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                5. L’eredità romettese

                   Resta  da  chiedersi  cosa  rimase  del  periodo  trascorso  a  Rometta
                dalle clarisse. La storiografia erudita sei-settecentesca poco o nulla ci
                ha tramandato, mentre, in una recente pubblicazione, a proposito del
                ius lignandi e del ius pascendi concesso nel 1323 dal sovrano agli abi-
                tanti della cittadina peloritana , si legge:
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                   Anche tra gli anziani pastori romettesi, si racconta che nei terreni, inca-
                merati negli anni intorno al 1950 dal Demanio Forestale della Regione Sicilia,
                loro potevano portare liberamente a pascolare i propri armenti e che tale di-
                ritto era stato concesso ai propri antenati dalla Badessa Margherita 58  del Mo-
                nastero di Basicò a cui appartenevano quei terreni. In realtà, dalla Relazione
                sulla Questione Demaniale di Rometta […], conosciamo che sulle colline esi-
                steva una vasta area di territorio, compreso tra i territori di Monforte e Sapo-
                nara,  chiamato  feudo  “Sancti  Lei”,  venduto  al  Comune  (Universitas)  di  Ro-
                metta il 2 giugno 1748 dal Monastero messinese di S. Maria di Basicò, allora
                legittimo proprietario. Su questo feudo gravavano, sin dal 1562, gli usi civici
                di pascolare e legnare a favore dei cittadini romettesi 59 .

                   Poiché si tratta di un semplice racconto, è necessario trovare ri-
                scontri bibliografici e documentali, per fare luce su una questione di
                non poco conto. Certamente, al monastero non rimase soltanto il pa-
                tronato sulla chiesa (oggi detta di Gesù e Maria) , ma anche la pro-
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                prietà di essa e dei locali annessi, ove l’originaria comunità di Altavalle
                aveva trovato sistemazione, quasi certamente per volere del sovrano.
                Si  trattava  dell’edificio  di  epoca  bizantina   che  ancor  oggi  fa  bella
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                   57  «Item quod predicti fideles nostri possint immittere seu immitti facere eorum ani-
                malia in terris et nemoribus curie nostre positis in districtu terre predicte pro sumendis
                inibi pascuis ac in nemoribus ipsis incidere vel incidi facere ligna mortua ad opus libere
                et sine alicuius prestacione iuris seu dirictus nostram curiam proinde contingentis» [in
                P. Gazzara, Consuetudini e privilegi della terra demaniale di Rometta nel Diploma del
                1323 di re Federico III, in F. Imbesi, L. Santagati (a cura di), Sicilia millenaria. Dalla
                microstoria alla dimensione mediterranea, Atti del II convegno internazionale, Castello
                di S. Lucia del Mela (ME), 13-16 Ottobre 2016, «Archivio Nisseno», XI, n. 21, Luglio-
                Dicembre 2017, pp. 233-246: 245].
                   58  Nella documentazione superstite non vi è traccia alcuna di una badessa di Basicò
                con tale nome. Sappiamo, invece, che, dopo Grazia da Calatagirono e fino alla seconda
                metà del ’500, alla guida del monastero si avvicendarono Leonarda (1387), Caterina de
                Falcone (1395-1418), Chiara de Falcone (1420), Fiore de Milloso (1435-82), Sicilia Cam-
                polo (1486), Scolastica de Perapertusa (1488-1521), Lucrezia Campo (1543-50) e Eleo-
                nora Ansalone (1558-86). Le date tra parentesi si riferiscono agli anni in cui esse risul-
                tano attestate.
                   59  Così P. Gazzara, Archivio Storico Romettese. Raccolta di scritti e documenti vari
                sulla Storia di Rometta. Un esempio di Storia Locale, vol. I, UNI Service, Trento, 2006,
                pp. 80-81.
                   60  V. supra, nt. 24.
                   61   Sullo  storico  edificio,  e  in  particolare  sulla  sua  struttura  architettonica,  v.  da



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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