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100 Luca Falciola

tari assumeva sfumature sempre più inquietanti 121 . Tra l’80 e l’81 fu-
rono emanate nuove circolari che, in sostanza, rendevano più selettivo
e controllato l’accesso degli stranieri alle università italiane 122 . All’indo-
mani dell’attentato all’aeroporto di Fiumicino del dicembre 1985, furono
di nuovo invocate misure per intensificare il controllo degli stranieri,
con particolare riferimento al mondo arabo. Fu anche introdotto per al-
cuni mesi il visto obbligatorio per le persone provenienti da Algeria, Ma-
rocco e Tunisia, mentre il ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro ri-
chiese una legge più restrittiva per il soggiorno degli stranieri 123 . Nel
frattempo, il giudice istruttore Carlo Mastelloni acquisiva prove sui ten-
tativi di coordinamento tra gruppi terroristi a Parigi, sui traffici d’armi
tra resistenza palestinese, Brigate rosse e altre frange della lotta armata
di sinistra, e sulle «triangolazioni» (ovvero cessioni di materiali militari
italiani verso l’Olp e altre entità attraverso destinazioni di copertura per
aggirare le norme internazionali). Seppure con esiti giudiziari modesti,
Mastelloni tentò di incriminare Arafat e Abu Iyad, insieme ad alti diri-
genti dei servizi italiani 124 .
Da parte della maggioranza degli studenti palestinesi prevalse la sen-
sazione di essere in qualche modo «vittime del terrorismo» 125 . Gli atti di
terrore e i comportamenti erratici della resistenza palestinese, oltre a
creare dei problemi di integrazione e convivenza con gli italiani, costrin-
gevano la diaspora a offrire continue spiegazioni e a tracciare distinguo
tra fazioni. «Non c’entravamo niente», dichiara oggi, con enfasi, Bassam.

Eravamo contrari in modo anche abbastanza duro. Perché non vedevamo
l’utilità di quello che stavano facendo. Le conseguenze poi si riversavano anche
su di noi. Ricordo ancora il giornale di Perugia, «Lo Specchio», che pubblicò una
fotografia di un bar del centro di Perugia dove c’eravamo noi palestinesi tutti
radunati. […] Il titolone diceva Il terrorismo nasce a Perugia. A Perugia eravamo
tantissimi e tra noi c’è stata un po’ di paura. Ma siamo riusciti a superare questo
momento prendendo una posizione molto chiara fin dall’inizio 126 .

121 Cfr., ad esempio, Comunicazione della Prefettura di Pavia al Ministero dell’Interno,
1° febbraio 1977, oggetto «Ammissione di stranieri all’Università – Disciplina per la con-
cessione dei visti di ingresso» e Comunicazione della Prefettura di Viterbo al Ministero
dell’Interno, 25 ottobre 1980, oggetto «Corsi propedeutici di italiano – Decentramento Uni-
versità Stranieri di Perugia», entrambi in Acs, Mi, Gabinetto 1976-1980, B. 310.
122 R. Musaragno, Studenti esteri in Italia cit., pp. 200-202.
123 L. Einaudi, Le politiche dell’immigrazione cit., pp. 125-126.
124 La posizione di Arafat venne stralciata per insufficienza di prove. Cfr. Tribunale di
Venezia, Sentenza ordinanza contro Abu Ayad ed altri cit. Si veda anche C. Mastelloni,
Cuore di Stato. Storie inedite delle Br, i servizi di sicurezza, i protocolli internazionali, Mon-
dadori, Milano, 2017. Per una ricognizione aggiornata sui rapporti tra BR e palestinesi cfr.
F. Lavagno, V. Satta, Moro. L’inchiesta senza finale, Edup, Roma, 2018, pp. 113-140.
125 A. Daas, int. 16 aprile 2021. Si veda anche K. Tamimi, int. 5 aprile 2021.
126 B. Saleh, int. 11 maggio 2021.

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)