Page 101 - 1

Studenti senza terra: la diaspora palestinese in Italia, tra solidarietà, politica... 101

In effetti, tale atteggiamento trova conferma nei documenti del Gups,
che si trovò sovente a respingere le accuse di complicità col terrori-
smo 127 . Non di meno, va notato come il Gups si esimesse dal denunciare
apertis verbis la resistenza palestinese violenta, la quale era in qualche
modo rispettata, pur nel disaccordo sulle strategie e sui metodi. Le colpe
venivano infatti scaricate sui «sionisti». A questo proposito è interes-
sante un ciclostilato dal titolo Sono i nemici della pace che vogliono de-
stabilizzare l’Italia, nel quale si denunciava la «caccia al palestinese» al-
lora in corso, precipitata «nel puro irazionalismo [sic]». Illazioni e «men-
zogne» tentavano di screditare «la limpida immagine del popolo palesti-
nese», mentre la polizia italiana attuava restrizioni alla presenza degli
studenti palestinesi negli atenei, sequestrava senza ragione documenti,
pubblicazioni e manifesti, e procedeva a interrogatori per verificare i
permessi di soggiorno. La TV pubblica – accusavano sempre i Gups –
inseguiva falsi scoop sui collegamenti internazionali del terrorismo ita-
liano con i palestinesi. Al tempo stesso, le autorità e i media trascura-
vano gli attentati dei servizi segreti israeliani e «le scorribande dei fasci-
sti libanesi». Quasi tutti i palestinesi in Italia appartenevano al Gups e
il Gups agiva in piena legalità, ricordava il volantino, che concludeva
ribadendo che «i veri destabilizzatori della pacifica democratica e libera
Italia [erano] il sionismo razzista e l’imperialismo americano» 128 .
Tuttavia, a dispetto di un’atmosfera non sempre rassicurante e
delle polemiche contingenti, tra i palestinesi prevale il ricordo di essere
stati trattati con rispetto e di non essere mai stati demonizzati. Al con-
trario dell’Italia, la Germania per reagire all’attentato di Monaco aveva
colpito le associazioni palestinesi con pesanti sanzioni, aveva bandito
il Gups e aveva espulso poco selettivamente centinaia di palestinesi 129 .
Come racconta Fawzi, nella penisola era invece noto a molti, se non a
tutti, che vi fossero «accordi di non belligeranza tra Italia e Olp» e che
vi fosse «un riconoscimento implicito». «Allora», aggiunge, «c’era una
specie di protezione per i palestinesi. Lo conferma il caso dell’Achille
Lauro». E anche tutti noi «ci sentivamo coccolati. […] Avevamo il so-
stegno della politica e delle forze dell’ordine» 130 . Del resto, ancora nel
1980 il rappresentante dell’Olp in Italia Hammad, intervenendo al
Congresso nazionale del Gups, concludeva ribadendo che gli studenti
palestinesi in Italia dovevano sapere di «trovarsi in un paese amico» 131 .

127 Si veda ad esempio, Lomellini, Il «lodo Moro» cit., p. 41.
128 Sono i nemici della pace che vogliono destabilizzare l’Italia, s.d. ma 1981, in Afb,
Fdp, Sezione 446, Part. 1, Serie 2, B. 1.
129 Sul tema, si veda Aa.Vv. BRD, Israel und die Palästinenser: eine Fallstudie zur
Ausländerpolitik, Pahl-Rugenstein, Köln, 1973.
130 F. Ismail, int. 28 marzo 2021.
131 Raccomandata della Questura di Roma al Ministero dell’Interno, 21 aprile 1980 cit.

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)