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                inizialmente condannato a sette anni di carcere, già nell’agosto 1981
                fu rilasciato e si dileguò 109 .
                   Eppure, né la politica di appeasement dell’Olp né gli accordi di re-
                ciproca benevolenza impedirono di neutralizzare la violenza delle fa-
                zioni ribelli della resistenza palestinese, le quali continuarono a spar-
                gere sangue con lo scopo principale di indebolire le forze arabe mode-
                rate. In particolare, il gruppo di Abu Nidal (Fatah-Consiglio rivoluzio-
                nario), un ex dirigente dell’Olp poi condannato a morte dallo stesso
                Olp e protetto da Iraq, Siria, Libia e paesi comunisti, colpì l’Italia tra
                la seconda metà degli anni ’70 e i primi anni ’80 110 . Nel 1976, ad esem-
                pio, vi furono vari attentati tra i quali un assalto all’ambasciata siriana
                a Roma con presa d’ostaggi e un ferito. Il 9 ottobre 1982 due terroristi
                lanciarono bombe contro gli ebrei che uscivano dalla sinagoga centrale
                di Roma e poi aprirono il fuoco ferendo 39 persone e uccidendo un
                bambino. Non è chiaro se l’attacco fosse finalizzato a screditare l’Olp
                nel suo percorso di pacificazione o a colpire il ‘nemico sionista’. Tutta-
                via è probabile che gli attentatori si avvantaggiarono delle maglie lar-
                ghe della sicurezza italiana ed è assodato che essi non vennero mai
                assicurati alla giustizia, così come è certo che l’attacco alla sinagoga
                provocò una forte ondata di risentimento anti-arabo 111 .
                   Sempre attribuibili alla fazione di Nidal furono altri attentati minori,
                perpetrati ancora una volta a Roma tra il 1984 e il 1985. Nell’ottobre
                dell’84  contro  il  segretario  dell’ambasciata  degli  Emirati  Arabi  (cau-
                sando la morte della compagna), nel marzo dell’85 contro le linee aeree
                giordane, in aprile contro l’ambasciata di Giordania, in settembre contro
                il Café de Paris (40 feriti) e contro gli uffici della British Airways 112 . In-
                fine, il 27 dicembre, fu la volta dell’aeroporto di Fiumicino, dove un com-
                mando di palestinesi, sempre riconducibili al gruppo di Nidal, assaltò
                con mitra e bombe a mano il banco della compagnia israeliana El Al
                provocando  13  morti  e  76  feriti,  oltre  a  rimanere  essi  stessi  uccisi
                (tranne uno) 113 . Come prevedibile, all’indomani della tragedia di Fiumi-



                   109  La vicenda è ricostruita in Raccomandata della Prefettura di Chieti al Ministero
                dell’Interno, 8 marzo 1980, oggetto «Sentenza emessa dal Tribunale di Chieti nel proce-
                dimento penale a carico di Pifano Daniele ed altri» e allegata Sentenza, 25 gennaio 1980,
                in Acs, Mi, Gabinetto 1980-1985, B. 4. Si veda inoltre G. Pacini, Il lodo Moro cit., pp.
                229-235.
                   110  Cfr. P. Seale, Abu Nidal, una pistola in vendita, Gamberetti, Roma, 1994.
                   111  Venne condannato in contumacia uno studente palestinese iscritto all’università
                di Bari e presidente della sezione locale del Gups, il quale non fu mai estradato né dalla
                Grecia né dal Libano, dove infine trovò rifugio. Cfr. A. Marzano, G. Schwarz, Attentato
                alla sinagoga cit., pp. 183-204.
                   112  M. Gerlini, Il caso «Achille Lauro» cit., pp. 108-109.
                   113  Simultaneamente, un altro commando assaltò l’aeroporto di Vienna facendo tre
                morti e 44 feriti.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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