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Orazio Cancila
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                profitto i miei dattiloscritti. Mi sono ricordato di un insegnamento di
                Francesco Renda al quale poi mi sono sempre attenuto: se leggi un
                testo stampato, è inutile criticarlo con l’autore perché ormai è stato
                pubblicalo e non c’è più rimedio; se ti danno in lettura un testo datti-
                loscritto, hai il dovere di esprimere all’autore tutto quello che pensi.
                Sarà poi lui a deciderne l’uso. E così io ho fatto con il mio Maestro: ho
                segnalato l’eliminazione di parecchie pagine che mi sembravano ripe-
                titive, ho proposto spostamenti e inversioni di alcune parti, ho soprat-
                tutto segnalato interpretazioni contraddittorie. Trasselli aveva una fa-
                cilità di scrittura impressionante ed era solito scrivere di getto, con la
                conseguenza che a distanza di tempo (e di pagine) riprendeva lo stesso
                concetto e, alla luce delle riflessioni successive, forniva una interpre-
                tazione  più  corretta,  dimenticandosi  di  averne  già  scritto  in  altro
                modo. Ha approvato tutto.
                   Egli sosteneva che il libro era il frutto di dieci armi di ricerche, ma
                a me sembra il lavoro di una vita, perché a parte la massa di docu-
                menti veramente impressionante che utilizza, l’interpretazione dei dati
                si avvale notevolmente della grande capacità dell’autore di inserirli in
                un contesto che egli stesso ha ricostruito grazie a precedenti ricerche.
                   Restano ancora inediti una "Storia delle foreste in Sicilia"  e una
                                                                            54
                "Storia dello zucchero siciliano dai Normanni ai Borbone" , due grossi
                                                                       55
                lavori che implicano – come amava ripetere Trasselli – una completa
                revisione della storia del clima nel Mediterraneo. Sono lavori di cui è
                apparsa qualche anticipazione sotto forma di articolo e che contiamo
                di trovare tra le tante carte che egli ha lasciato, per pubblicarli non
                appena possibile. Esiste anche una "Storia della finanza siciliana", che
                ho visto in parte manoscritta e che forse aveva ancora bisogno dell’ul-
                tima revisione.
                   Non c’è dubbio quindi che con Trasselli sia scomparso uno dei più
                grandi studiosi di storia economico-sociale della Sicilia, da anni punto
                di riferimento costante per quanti in Italia e all’estero si sono interes-
                sati alla nostra isola, che egli ha rappresentato quasi da solo alla set-
                timana internazionale di Prato e in tanti altri congressi: Genova, Pa-
                rigi, Belgrado, Malta. Forse il mio giudizio può apparire dettato esclu-
                sivamente dall’affetto che mi legava  al Maestro scomparso ed è per
                questo che concludo con le bellissime parole che Fernand Braudel ha
                scritto su di lui: «Carmelo Trasselli è uno dei più grandi storici dell’Ita-
                lia  contemporanea,  uno  storico  che,  senza  alcun  dubbio,  si  piazza
                all’altezza  dei  suoi  illustri  predecessori:  Gino  Luzzatto,  Armando


                   54  Non è stata poi reperita.
                   55  Il testo è stato stampato un anno dopo con una mia introduzione: C. Trasselli,
                Storia dello zucchero siciliano, Sciascia editore, Caltanissetta-Roma, 1982.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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