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222                                                 Giuseppe Quatriglio
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                dei Banchi in tre volumi, stampata grazie all’iniziativa della beneme-
                rita Fondazione Mormino – ha preferito pubblicare circa 400 articoli
                su riviste specializzate italiane e straniere.

                   D. Avrebbe potuto però utilizzare la collana di "Testi e ricerche di
                Storia economica siciliana" dell’Union Camere che egli stesso aveva
                fondato e diretto e che ora è diretta da te.
                   R. A parte il fatto che – per carenze della distribuzione editoriale –
                non so quanti siano i siciliani che la conoscano, debbo dirti che egli
                ha avuto sempre una certa ritrosia a utilizzarla per i suoi lavori. Su
                una ventina di volumi, ha curato due-tre introduzioni e scritto un sag-
                gio sul popolamento dell’isola di Ustica: ha preferito, invece, dare spa-
                zio agli altri, a me stesso in questi ultimi anni e prima ancora a stu-
                diosi  del  calibro  di  Francesco  Renda,  Gaetano  Falzone,  Romualdo
                Giuffrida, Adelaide Raviera Albanese. Ciò – a mio parere – è indice di
                una correttezza che sembra quasi d’altri tempi.

                   D. Parliamo un po’ di questo libro postumo sulla storia siciliana tra
                medioevo ed età moderna .
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                   R. È un grosso lavoro sulla società siciliana, che egli sosteneva gli
                fosse costato dieci anni di ricerche. A me sembra invece il lavoro di
                una vita, perché – a parte la massa imponente di documenti, vera-
                mente impressionante, che utilizza – l’interpretazione dei dati, che pur
                talora mi trova in disaccordo, si avvale della sua grande capacità di
                inserirli in un contesto che nessuno conosce meglio di lui, grazie alle
                sue precedenti ricerche.

                   D. Cosa rappresenta nel panorama storiografico siciliano?
                   R. Sicuramente una novità, perché Trasselli cala i fatti politici nella
                realtà economica e sociale della nostra isola, come forse mai nessuno
                prima di lui aveva fatto, avvalendosi di una competenza non limitata
                esclusivamente  al  campo  della  storia,  ma  estesa  alla  geografia  e
                all’economia, al diritto e alla sociologia.

                   D. Qualche esempio?
                   R. Penso al secondo capitolo su "I costumi in uno stato senza di-
                ritto" o ai capitoli sulle congiure antispagnole, in cui i fatti sono ana-
                lizzati e interpretati persino alla luce delle mutate condizioni climati-
                che, la lunga siccità dei primi decenni del Cinquecento che proprio
                Trasselli ha scoperto.


                   58   C.  Trasselli,  Da  Ferdinando  il  Cattolico  a  Carlo  V.  L’esperienza  Siciliana,  1475-
                1525, Vol I-II, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 1982.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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