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Gli Armeni in Italia nella seconda metà del ‘900 33
Pranzo alla Casa Armena di Milano - 1959
Nei contenuti e nel linguaggio «La Voce» riflette i tratti tipici dei tanti
fogli “militanti” di quel periodo:
Noi esistiamo e rappresentiamo una realtà ben definita e vogliamo che le
nostre attività non siano avulse dal contesto in cui tutti i giorni viviamo, ma
abbiano un senso ben preciso, lontano da stupidi sentimentalismi e rimpianti.
È ormai un dato di fatto incontestabile, che le istanze ideologiche vengono
concretizzate e gestite da noi giovani; la parola spetta a noi, ed anche l’azione.
[…] Non abbiamo né voglia né il tempo di darci la pena di indagare sulle strut-
ture, ormai fossilizzate, delle varie associazioni fantapolitiche o pseudo-cultu-
rali alle quali sarebbe d’uopo, secondo certuni, che noi ci appellassimo per
realizzare una più tradizionale e pacata linea… di «non azione» 40 .
La ricorrente polemica con gli organi rappresentativi della comunità
si esprimeva con i toni contestativi e anticonformisti di quegli anni.
Accanto a questi aspetti emergono, però, anche istanze più profonde,
a cominciare da un rapporto diverso con il passato, vissuto in maniera
meno nostalgica e sentimentale e più connessa alle domande e ai pro-
blemi del mondo contemporaneo. In questa prospettiva si pone la de-
cisione – promossa soprattutto dalle componenti giovanili – di svolgere
la commemorazione del genocidio armeno, il 24 aprile, pubblicamente,
40 Lettera di Armine Boranian, «La Voce - Zain», 2, 3 (1976), p. 20.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)