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48 Paolo Zanini

David Prato (primo da sinistra), rabbino capo di Alessandria d'Egitto, durante un ban-
chetto con Chaim Nahum (terzo da sinistra), gran rabbino del Cairo, e altre autorità nei
primi anni Trenta (collezione privata A.M. Piattelli)

Ne sono esempi la missione affidata, subito dopo la fine del con-
flitto, al capitano Angelo Levi-Bianchini presso le comunità sefardite
del Mediterraneo orientale, tragicamente conclusasi con il suo assas-
sinio, perpetrato nell’agosto 1920 in Siria; la nomina di David Prato a
rabbino capo di Alessandria d’Egitto, avvenuta nel 1927, che, pur in-
serendosi in una tradizione che aveva visto negli anni precedenti altri
rabbini italiani alla guida della cattedra alessandrina, diede vita a una
sinergia particolarmente intensa con la politica estera italiana e portò
a reiterati incontri tra Prato e lo stesso Mussolini; il tentativo infine,
concretizzatosi tra 1928 e 1938, di dar vita a un collegio rabbinico a
Rodi, che potesse fungere da punto di riferimento per l’intero ebraismo
mediterraneo, favorendone i legami culturali con l’Italia . Al di là degli
18

“Ognuno prese la sua strada”: gli ebrei di Rodi, il Congo, la Shoah, 1920-1960, «Afriche e
Orienti», 22, 1 (2021), pp. 141-158.
18 Sull’insieme di questa politica sefardita, ancora utile rimane S. Minerbi, L’azione
diplomatica italiana nei confronti degli ebrei sefarditi durante e dopo la I guerra mondiale
(1915-1929), «La Rassegna mensile di Israel», 47 (1981), pp. 86-119. Sulla missione di

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)