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Tra due diaspore: ebrei levantini ed egiziani in Italia (1948-1957)   53


                    ma anche verso i paesi europei, soprattutto Francia e, in subordine,
                    Gran Bretagna e, appunto, Italia, e il Sud America .
                                                                      28
                       Per  quanto  concerne  specificamente  l’Italia,  gli  eventi  del  triennio
                    1947-1949 determinarono la formazione di due piccoli gruppi di rifu-
                    giati ebrei provenienti dal Vicino Oriente. La prima componente, più
                    eterogenea, era formata da imprenditori, commercianti, ma anche interi
                    nuclei familiari provenienti dai paesi mediorientali, soprattutto Siria,
                    Iraq ed Egitto, che, trovandosi in Italia allo scoppio delle ostilità, o arri-
                    vandovi subito dopo, chiesero di rimanere nella Penisola, non potendo
                    far ritorno ai propri paesi di provenienza senza incorrere nel rischio di
                    arresti arbitrari o violenze . Si trattava di un numero limitato di per-
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                    sone, quantificabile in poche decine, che si trovavano principalmente a
                    Milano, e che necessitava di proroghe ai propri permessi di soggiorno e
                    talvolta di rinnovi dei passaporti, a favore del quale si mobilitò la comu-
                    nità ebraica milanese e la stessa Unione delle comunità israelitiche, riu-
                    scendo a trovare una certa comprensione nelle autorità governative ita-
                    liane . Il ministero degli Interni infatti, informato della vicenda dal pre-
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                    sidente dell’Ucii Cantoni, nel novembre 1948 impartì «disposizioni alle
                    Questure interessate» affinché venissero «prorogati i soggiorni ai sudditi
                    siriani, iracheni ed egiziani che, per le note circostanze» si trovavano
                    impossibilitati a «tornare nei paesi d’origine od emigrare» . Le proroghe,
                                                                          31
                    inizialmente di due mesi, vennero più volte rinnovate, di fronte al pro-
                    lungamento della situazione di tensione , tanto da dare avvio a casi di
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                    permanenza assai duraturi e, in alcuni casi, permanenti.


                       28  M.M. Laskier, Egyptian Jewry under the Nasser Regime, 1956-70, «Middle Eastern
                    Studies», 31, 3 (1995), pp. 573-619, a p. 577; J. Beinin, The Dispersion of Egyptian
                    Jewry, cit., pp. 68-71.
                       29  A questo proposito, appare esemplificativo quanto il cittadino iracheno Dawood
                    Anwar Sion Aboodi scriveva, il 20 settembre 1948, ai vertici della comunità ebraica mi-
                    lanese, nel tentativo di ottenere il loro aiuto nella richiesta alle autorità italiane di un
                    permesso di soggiorno illimitato: «Dichiaro di essere entrato in Italia il 23.2.48 secondo
                    il mio permesso di soggiorno N. 1490 con validità sino al 23.10.48. Sono in Italia per
                    affari svolgendo il lavoro per la mia Ditta Salim & David Anwar Sion Aboodi, Baghdad,
                    Iraq, e io ho molti rapporti di affari con vari importanti ditte e fabbricanti Italiani. Visto
                    la situazione attuale nel mio paese, Vi prego di intervenire per me presso le Autorità
                    locale [sic] nell’obiettivo di concedermi un soggiorno senza condizioni, così per poter
                    continuare il mio lavoro e senza aver bisogno di lasciare il paese», in Archivio Cdec,
                    Fondo  Comunità,  b.  16,  fasc.  109  Pratica  egiziani,  siriani,  iracheni  1948-1949.  Nello
                    stesso fascicolo sono conservate numerose lettere dello stesso tenore.
                       30  Circa la consistenza di questo gruppo cfr. i numerosi, e spesso ripetitivi, elenchi
                    di cittadini iracheni, siriani, egiziani e libanesi, presentati alla comunità di Milano e da
                    essa inviati all’Unione, conservati ivi.
                       31  Lettera di Cantoni alla comunità di Milano, 29 novembre 1948, ivi.
                       32  A questo proposito cfr. l’appunto manoscritto, datato 14 dicembre 1948; la lettera
                    di Cantoni a Sarano del 28 dicembre 1948; e la lettera indirizzata alla questura di Como
                    riguardante il caso del cittadino siriano Beniamino Diwan, del 3 aprile 1949, ivi.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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