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52 Paolo Zanini

laico, avendo visto in prima fila componenti di tutte le comunità reli-
giose, e in particolare cristiani copti, nel corso degli anni Trenta aveva
subito una torsione in senso identitario e islamico, riattivando l’iden-
tificazione tra Islam e patria egiziana, con un fenomeno non dissimile
a quanto avveniva nella vicina Palestina . E proprio le notizie prove-
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nienti dal contesto palestinese erano state alla base, accanto al rie-
mergere di tensioni interne, dei disordini antibritannici e antiebraici
che si verificarono al Cairo e ad Alessandria nel novembre 1945, in
coincidenza con l’anniversario della dichiarazione Balfour: benché
sanguinosi, essi erano stati però di breve durata e le autorità dello
Stato, a cominciare dal re e dai membri del governo, avevano espresso
vicinanza alle vittime delle violenze e all’intera comunità ebraica. Mo-
tivi per cui, nonostante questi innumerevoli campanelli d’allarme, la
vita dell’ebraismo egiziano, all’interno del quale le simpatie sioniste
erano piuttosto flebili e limitate ad alcuni settori giovanili, era conti-
nuata abbastanza tranquillamente fino alla primavera-estate del
1948, allorché lo scoppio della guerra in Palestina determinò il primo
drastico mutamento.
Sotto la copertura della legislazione marziale e dello stato d’ecce-
zione imposto dal conflitto, il debole governo di al-Nuqrashi procedette
all’arresto e all’immediato internamento di circa milletrecento opposi-
tori politici. Tra essi oltre seicento, quasi la metà, erano ebrei, divisi
grossomodo a metà tra sionisti e comunisti, mentre è stato calcolato
che il numero totale degli ebrei internati lungo l’intero corso del 1948
dovette attestarsi attorno agli ottocento/mille, anche se non mancano
stime più alte: tra loro, come sottolineò la legazione al Cairo, i posses-
sori di cittadinanza italiana furono «poco più di una trentina» . Gli
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arresti, gli internamenti, le confische dei beni, nel 1948-1949 solo tem-
poranee, si svolsero in modo abbastanza ordinato, senza che si verifi-
cassero gravi violenze contro le persone. Ciò nonostante, nel corso del
1948 proprietà, beni e simboli ebraici, solo debolmente difesi dalle
forze di polizia, furono oggetto di attacchi e devastazioni, mentre al-
cuni sanguinosi attentati dinamitardi colpirono i quartieri ebraici, de-
terminando un clima di incertezza e paura che diede il via a una prima,
significativa emigrazione di ebrei al di fuori del Paese, particolarmente
intensa nel biennio 1949-1950, diretta in primo luogo verso Israele,

26 Su questa evoluzione del nazionalismo egiziano cfr. P. Pizzo, L’Egitto agli egiziani!
Cristiani, musulmani e idea nazionale (1882-1936), Zamorani, Torino, 2002.
27 A quest’ultimo proposito cfr. il già citato telespresso della legazione del Cairo del
23 giugno 1949. Più in generale, la ricostruzione di questi avvenimenti è tratta da J.
Beinin, The Dispersion of Egyptian Jewry, cit., pp. 66-67. Numeri leggermente diversi e
più alti circa gli ebrei complessivamente arrestati e internati sono forniti in D. Miccoli,
Histories of the Jews of Egypt, cit., p. 158.

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)