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                L’inizio della fine: la crisi del 1948

                   La situazione dei nostri fratelli in Egitto è grave. Molte persone che non
                avevano nulla a che fare con il movimento sionistico e che non potevano essere
                sospettate di nutrire simpatie per la Palestina [ebraica] sono state arrestate,
                internate e i loro beni confiscati. Aggressioni di ebrei per le strade sono fre-
                quenti […]. L’allontanamento degli ebrei dagli impieghi è sistematico […]. Que-
                sta non è più un’opera sotterranea, ma comincia a prendere forme più spinte
                […]. La popolazione ebraica dell’Egitto si aggira sulle 70.000 persone e la mag-
                gior parte appartiene alle classi medie e povere. Naturalmente sono queste le
                classi che si trovano peggio per effetto delle persecuzioni mentre i ricchi che
                sono relativamente pochi, riescono a sfuggire. […] A titolo d’informazione ti
                dirò che gli ebrei a quanto mi hanno riferito, in Persia si trovano bene, in Siria
                male, nel Libano meglio 21 .

                   Con queste parole Alfredo Sarano, notabile della comunità ebraica
                di Milano, informava nel novembre 1948 il presidente dell’Unione delle
                comunità israelitiche italiane, Raffaele Cantoni, circa la situazione de-
                gli ebrei in Egitto, fornendo al contempo alcune più rapide valutazioni
                sugli altri paesi del Vicino Oriente. Se le notizie riportate da Sarano
                testimoniano un’escalation oggi ben nota, ciò che appare interessante
                in questo scambio epistolare è osservare come anche i contemporanei
                riuscissero a individuare nella crisi del 1948, connessa alla proclama-
                zione dello Stato d’Israele e alla prima guerra arabo-israeliana, una
                prima importante soluzione di continuità nella secolare storia delle co-
                munità ebraiche del mondo arabo. Accanto a ciò emerge con chiarezza
                come, fin d’allora, il centro della diaspora ebraica mediorientale, e in
                particolare egiziana, in Italia si situasse a Milano, dove Sarano poteva
                reperire tra gli ancora relativamente poco numerosi esuli informazioni
                assai più dettagliate di quelle di cui disponeva l’Unione a Roma e, per
                alcuni versi, lo stesso governo .
                                             22
                   Certo è che il 1948 segnò realmente uno spartiacque nella storia
                dell’ebraismo del Vicino Oriente. Segnali d’inquietudine, per la verità,
                non erano mancati neppure negli anni precedenti, in particolare in
                Iraq, dove già nel 1941 si erano svolti sanguinosi tumulti antiebraici,
                in coincidenza con il fallimento del colpo di stato filonazista di Rashid
                Ali, e in Siria, dove la risoluzione Onu 181 del novembre 1947, che
                aveva statuito la spartizione della Palestina, era stata accompagnata


                   21  Lettera di Sarano a Cantoni, 15 novembre 1948, in Archivio Cdec, Fondo Comu-
                nità, b. 16, fasc. 109 Pratica egiziani, siriani, iracheni 1948-1949.
                   22  A questo proposito cfr. la lettera di Cantoni a Sarano, del 3 novembre 1948, ivi,
                in cui il presidente dell’Ucii individuava in «certo Sig. Ghariani il quale riceve regolar-
                mente notizie dai suoi congiunti rimasti in Egitto», un possibile canale attraverso cui
                ricevere precise notizie circa la situazione degli ebrei residenti nel Paese nordafricano.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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