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Tra due diaspore: ebrei levantini ed egiziani in Italia (1948-1957)   55


                    al suo conseguente arrivo in Italia, la legazione al Cairo inviò nume-
                    rose segnalazioni al ministero dell’Interno .
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                       Tra i non numerosi ebrei “rimpatriati” in Italia dall’Egitto nel 1949
                    e negli anni immediatamente seguenti diversi furono, infatti, coloro
                    che erano stati incarcerati dal governo egiziano come sovversivi: tra
                    loro il giovane militante trotskista Arturo Schwarz, italiano per parte
                    di madre, che, liberato dalle carceri egiziane dove era rinchiuso dal
                    1947, giunse in Italia nell’aprile 1949 e stabilitosi a Milano sarebbe
                    divenuto negli anni seguenti un notissimo critico, gallerista e collezio-
                    nista d’opere d’arte dadaiste e surrealiste ; Marcel Israel, anch’egli
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                    cittadino italiano, che era stato tra i primi animatori del movimento
                    comunista egiziano; e lo stesso Curiel. Questi nell’agosto 1950, dopo
                    un ennesimo arresto, venne espulso dall’Egitto in direzione di Genova,
                    in virtù della cittadinanza italiana della sua famiglia, a cui egli aveva
                    per altro rinunciato già nel 1935 per abbracciare quella egiziana e de-
                    dicarsi completamente alla lotta politica da cittadino del Paese. Nel
                    suo caso, il soggiorno in Italia sarebbe però stato assai breve, giacché
                    Curiel prese la via di Parigi l’anno seguente e, stabilitosi in Francia,
                    proseguì la propria militanza politica comunista e antimperialista cer-
                    cando di organizzare attorno a sé gli altri esuli comunisti egiziani, in
                    gran parte ebrei, presenti nella capitale francese .
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                       36  A quanto è dato sapere, Renée Cohen era sorvegliata dalle autorità egiziane per la
                    sua militanza comunista fin dal 1946 e già prima del maggio 1948 era stata sottoposta
                    a  dei  fermi  di  polizia.  La  guerra  in  Palestina  aveva  offerto  il  destro  alle  autorità  per
                    procedere  al  suo  arresto  e  incriminarla.  Benché  assolta  dalla  Corte  mista  del  Cairo
                    dall’accusa di attività comunista, nel dicembre 1948, ella era stata trattenuta in carcere
                    in base ai poteri discrezionali che lo stato d’emergenza conferiva alla polizia, mentre una
                    prima richiesta di scarcerazione, presentata dal padre, era stata rigettata per motivi
                    formali. Dopo che una seconda istanza fu, infine, accolta, ella poté infine imbarcarsi
                    alla volta di Napoli il 22 luglio 1949. Sulla vicenda cfr. la nota del consolato del Cairo
                    del 7 luglio 1948, a firma Pasquinacci, e il telespresso della legazione del Cairo del 10
                    agosto 1949, entrambi ivi.
                       37  Sulla sua vicenda, accanto a numerosi articoli e interviste giornalistici, tra cui
                    P.L. Vercesi, Arturo Schwarz: «Ho conosciuto Breton. Per amore di Trotskij rischiai l’impic-
                    cagione», «Corriere della Sera», 14 aprile 2018, particolarmente interessante appare l’in-
                    tervista realizzata da Liliana Picciotto e Adriana Golstaub il 13 febbraio 2012 nell’ambito
                    del  già  ricordato  progetto  Edoth  http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/de
                    tail/person-it-cdec-eaccpf0001-019175/schwarz-arturo.html [ultima consultazione 15
                    marzo 2021]. Vedi anche R. Hamaui, Ebrei a Milano: due secoli di storia fra integrazione
                    e discriminazioni, Il Mulino, Bologna, 2016, p. 227.
                       38  Cfr. J. Beinin, Henri Curiel and the Egyptian Communist Movement, «Radical His-
                    tory Review», 45 (1989), pp. 157-163; Id., Exile and Political Activism: The Egyptian-Jew-
                    ish Communists in Paris 1950-59, «Diaspora: A Journal of Transnational Studies», 2, 1
                    (1992), pp. 73-94; Id., The Dispersion of Egyptian Jewry, cit., pp. 142-178. Sull’impor-
                    tante ruolo dell’ebraismo egiziano nella nascita e prima strutturazione dei partiti comu-
                    nisti del Paese vedi anche S. Botman, The Rise of Egyptian Communism, 1939-1970,
                    Syracuse University Press, Syracuse, 1988; R. Ginat, A History of Egyptian Communism.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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