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Studenti senza terra: la diaspora palestinese in Italia, tra solidarietà, politica... 81

delle rivoluzioni anti-imperialiste accanto a quelle di Cina, Cuba, Al-
geria e Vietnam, fino a oscurarle, almeno per un certo periodo .
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Anzitutto, la lotta armata dei fedayn non veniva soltanto rappre-
sentata come una forma legittima di «autodifesa» e di liberazione da
un oppressore. Era anche descritta come una rivolta dal significato
rivoluzionario contro uno stato «autoritario, razzista e imperialista»,
diventando pertanto «un obiettivo prioritario per qualsiasi marxista-
leninista» . Non stupisce, in quest’ottica, che per una parte della si-
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nistra radicale fosse possibile un accostamento tra la resistenza pale-
stinese e quella italiana al nazi-fascismo. Pur con tutti i distinguo, si
trattava di due lotte di popolo finalizzate sia alla cacciata dell’invasore,
sia a una trasformazione dei rapporti sociali e di potere. I nuovi «par-
tigiani», quindi, meritavano solidarietà e cooperazione, giacché lotta-
vano per i rivoluzionari di tutto il mondo . Maturata all’indomani della
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Guerra dei sei giorni, questa chiave di lettura trovava conferma nel
corso della Guerra civile libanese. I palestinesi, ripetevano i sostenitori
italiani, combattevano una guerra civile che aveva una forte connota-
zione di classe (e non nazionalistica o religiosa, come molti sospetta-
vano). Il Libano rappresentava una nuova «Stalingrado» e la resistenza
palestinese – ormai «avviata su una strada rossa» – incarnava la lotta
di tutti gli sfruttati del Mediterraneo e del Medio Oriente contro l’ordine
reazionario .
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A questo schema interpretativo se ne sovrapponeva un altro, più
estremo e per certi versi spiazzante. Data la natura del patimento cui
erano soggetti i palestinesi, molti sostenevano apertamente che essi
fossero «i nuovi ebrei», se il termine «ebreo» veniva ancora usato come
sinonimo di «perseguitato». Per converso, i perseguitati del nazismo
perdevano la qualifica di «ebrei», giacché erano stati investiti da un
processo di «nazificazione», diventando di fatto gli eredi dell’hitleri-
smo . Gli stessi libanesi, che più tardi si opposero alla presenza pale-
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43 A. Marzano, G. Schwarz, Attentato alla sinagoga cit., pp. 78-81.
44 Si vedano La questione palestinese, Centro antimperialista, Verona, 1970; D. Fo,
Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente. Resistenza:
parla il popolo italiano e palestinese, EDB, Verona, 1970, p. 90; L. Castellina, Medio
Oriente: l’alternativa rivoluzionaria, «il manifesto», A. 2, n. 10-11 (1970), p. 25.
45 Cfr. Aa.Vv., Dossier Palestina: testimonianze sulla repressione israeliana nei territori
occupati, Bertani, Verona, 1974, p. 17; D. Fo, Vorrei morire anche stasera cit., pp. 6-7.
46 Si vedano Appoggiamo la lotta del popolo palestinese, «Tal El Zaatar», n. 0, agosto-
settembre 1976, p. 2, in Afb, Fdp, Sezione 446, Part. 1, Serie 2, B. 1; Il massacro pale-
stinese è una sconfitta dell’internazionalismo, in M. Pieri, Internazionalismo e rivoluzione
palestinese. La causa dell’autodeterminazione nella lotta di classe, Stampa Centrogra-
fico, Roma, 1976, pp. 3-9.
47 Nota editoriale, Dopo Tal El-Zaatar, in K. Bichara, Naïm (a cura di), Testi della
rivoluzione palestinese 1968-1969, Bertani, Verona, 1976, pp. 11-20. Analogamente, cfr.
M. Massara, Prefazione, in F. Langer, M. Massara (a cura di), La repressione di Israele

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)