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                palestinese, guadagnando l’appoggio di quasi tutta la sinistra, e curò
                l’edizione italiana della rivista di Fatah . Grazie alla collaborazione con
                                                     98
                il Movimento studentesco, Zuaiter riuscì anche a portare a Milano l’in-
                tellettuale-combattente Hanna Mikhail, noto come Abu Omar, il quale
                parlò a una manifestazione di ventimila giovani .
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                L’ombra della lotta armata e del terrorismo

                   Ogni storia del popolo palestinese è obbligata a fare i conti con un
                ciclopico ‘elephant in the room’ rappresentato dalla questione della lotta
                armata e del terrorismo internazionale. Come noto, la cocente sconfitta
                nella Guerra dei sei giorni fu uno spartiacque anche per quanto riguarda
                le scelte strategiche della resistenza palestinese. Fugata ogni illusione di
                riconquistare i territori occupati con gli eserciti nazionali, l’ipotesi di un
                movimento di guerriglia a partire dalla Cisgiordania e dalla striscia di
                Gaza si affermò sotto l’egida di Fatah. Tuttavia tale ipotesi ebbe vita breve.
                Mentre Fatah conquistava l’Olp dall’interno, il fulcro dell’azione dei fe-
                dayn veniva spostato verso la Giordania, vista come un di trampolino di
                lancio per la lotta di liberazione nazionale 100 .
                   Nonostante la solidarietà globale per la lotta anti-imperialista dei fe-
                dayn toccasse l’apice, anche quest’ultima strategia si rivelò complicata 101 .
                L’Olp si divise al suo interno, moltiplicò i propri centri direttivi e alzò il
                tiro. Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, rigettando l’ecu-
                menismo e il pragmatismo di Fatah, abbracciò un programma rivoluzio-
                nario di forte impronta marxista e internazionalista. Guidato da George
                Habash, dal luglio 1968 in poi optò per azioni spettacolari, con finalità
                terroristiche, dirette a colpire l’Occidente e a scuoterne le coscienze. Sorta
                di «stato nello stato» e presenza destabilizzante per il governo giordano,
                l’Olp fu espulso dalle forze di re Hussein, a partire dal fatidico settembre
                nero del 1970. Il Libano divenne così la nuova base principale della guer-
                riglia. Nel 1970, anche Fatah acconsentì alla creazione di un braccio ar-
                mato segreto, Settembre nero, utile a sfogare le pulsioni violente della


                   98  Per quanto apologetiche, le testimonianze su Zuaiter raccolte dalla sua compagna
                rimangono istruttive: J. Venn-Brown (a cura di), Per un Palestinese. Dediche a più voci
                a Wael Zuaiter, Mazzotta, Milano, 1979. Si veda inoltre S. Irving, Murdered for Being a
                Palestinian: Wael Zuaiter Remembered 40 Years On, «The Electronic Intifada», 2 ottobre
                2011,  https://electronicintifada.net/content/murdered-being-palestinian-wael-zuaiter-
                remembered-40-years/10418.
                   99  A. La Volpe, Diario segreto cit., p. 36.
                   100  I. Pappé, Storia della Palestina moderna cit., pp. 180-181, 232-233.
                   101  Sul movimento di solidarietà internazionale, cfr. P.T. Chamberlin, The Global Of-
                fensive: The United States, the Palestine Liberation Organization, and the Making of the
                Post-Cold War Order, Oxford University Press, Oxford-New York, 2012.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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