Page 186 - 1
P. 186
712 Giuseppe Caridi
politico della Penisola. Alfonso aveva infatti già intavolato trattative
con Giovanni Antonio Marzano, duca di Sessa, uno dei maggiori feu-
datari napoletani, per combinare un matrimonio tra i rispettivi figli
Eleonora e Marino, entrambi ancora adolescenti . A queste nozze, sa-
37
rebbero poi seguite quelle dell’altra figlia Maria con un esponente della
famiglia d’Este, detentrice della signoria di Ferrara. L’alleanza con
questo Potentato era considerata dal re di notevole importanza per
ostacolare i disegni espansionistici della Repubblica di Venezia ed
esercitare a sua volta una forte influenza su quell’area strategicamente
cruciale della Valle Padana .
38
Un simile intento di carattere politico era anche alla base del pro-
getto matrimoniale che Alfonso auspicava per Ferrante. In un primo
momento lo sguardo del re d’Aragona si era rivolto al ducato di Milano,
del cui signore Filippo Maria Visconti, privo di figli maschi, sarebbe
stata erede la figlia naturale Bianca Maria. Alfonso chiese perciò al
Visconti la mano della figlia per Ferrante, richiesta che però il duca di
Milano rifiutò. Non ebbe successo nemmeno l’alternativa proposta dal
sovrano al Visconti di fare sposare Bianca con il proprio fratello En-
rico, matrimonio che nelle sue intenzioni avrebbe permesso alla loro
famiglia di «dare e imporre legge a tutta l’Italia» . Rimasto vedovo della
39
prima moglie, Enrico per rafforzare la sua posizione in Castiglia si era
infatti già risposato con la figlia del duca di Benavente, esponente di
una delle casate più blasonate di quel Regno. Fallito il primo progetto
nuziale, Alfonso decise di predisporre le nozze del figlio dopo la con-
quista definitiva del Regno di Napoli, che nell’estate del 1441 sembrava
ormai vicina. Negli ultimi mesi infatti le forze di Renato d’Angiò ave-
vano subito pesanti sconfitte e il sovrano aragonese si apprestava ad
assestargli il colpo decisivo con l’espugnazione di Napoli. Nella pro-
spettiva dell’imminente vittoria finale, Alfonso volle accanto a sé il fi-
glio che, ormai diciottenne, adeguatamente protetto, cominciò per-
tanto a prendere attivamente parte agli scontri armati.
Conquistata nel frattempo Benevento, Alfonso aveva trasferito il co-
mando supremo delle operazioni militari nel castello di questa città e
vi aveva convocato il Parlamento Generale del Regno. L’assemblea, a
cui parteciparono numerosi baroni, si tenne il 31 gennaio 1441 e
trattò, fra l’altro, della successione al trono di Napoli, argomento che
stava particolarmente a cuore ad Alfonso. Il re intendeva infatti avere
37 G. Caridi, Alfonso il Magnanimo cit., p. 235. Alfonso avrebbe dato in dote alla figlia
il principato di Rossano e la contea di Montalto in Calabria, cfr. Id., La spada, la seta,
la croce. I Ruffo di Calabria dal XIII al XIX secolo, SEI, Torino 1995, p. 30.
38 G. Caridi, Alfonso il Magnanimo cit., p. 234.
39 Aca, Cancillería Real, Reg. 2696, f. 88v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)