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Nazioni e fazioni: la frammentazione della compagnia gesuitica nel Brasile coloniale 763
tica, sia l’attività degli stessi missionari nel processo di legittimazione
di tale dominazione, per cui la vocazione imperiale e cristiana
all’espansione ultramarina della corte di Lisbona fu talora idealizzata
come elemento identitario. È proprio in tale quadro che si svolse il
processo di costruzione sincretica della società locale, non privo di
contraddizioni, incomprensioni e violenze, molto più di quanto pro-
spettato da certi «miti nazionali» che hanno insistito sul «Brasile me-
ticcio», nato da una presunta fusione armonica tra la componente in-
digena, quella coloniale europea e quella rappresentata dalla manodo-
pera schiavile importata dall’Africa .
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1. Lo scontro: alexandristas vs. vieiristas
Nel rapporto informativo dal titolo Noticias e reparos sobre a Provin-
cia do Brasil, inviato a Roma anche in latino, Giovanni Antonio An-
dreoni stilava un elenco dettagliato dei confratelli che fino a quel mo-
mento avevano guidato la Provincia brasiliana e di coloro che erano
stati «maestri dei novizi», ricostruendo altresì il numero dei gesuiti
giunti in Brasile fin dalle prime missioni di metà Cinquecento, di quelli
che in Brasile erano nati, dei «professi di quattro voti», di quelli «di tre
voti», dei «coadiutori spirituali» e di quelli «temporali» . Tale docu-
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mento, fatto avere nel 1688 al preposito generale Tirso González, pur
non discostandosi dagli schemi retorici e argomentativi tipici della
fonte, fa intuire la puntuale attenzione rivolta dal gesuita toscano nei
confronti delle dinamiche relative alla distribuzione dei maggiori inca-
richi all’interno della Provincia brasiliana, così come la sua cura nel
computo dei confratelli che vi erano entrati e ne erano usciti, in parti-
colare rispetto alla loro «nazionalità».
Andreoni era all'epoca uno dei maggiori protagonisti dello scontro
tra alexandristas e vieiristas, due fazioni che si stavano contendendo
il controllo dell’attività missionaria tra i gesuiti del Brasile. Andreoni
faceva parte del primo gruppo, guidato dall’esperto Alexandre de Gu-
smão, già rettore del collegio di Salvador da Bahia e per due volte, tra
il 1684 e il 1697, a capo della Provincia brasiliana; di tale gruppo il
gesuita toscano era uno degli elementi più intraprendenti e apprezzati,
in particolare grazie alle sue solide competenze giuridiche, acquisite in
giovane età all'Università di Perugia, dove aveva studiato diritto per tre
anni. Alla stessa fazione appartenevano altri confratelli italiani, come
11 Critiche in tal senso in A. Enders, Nouvelle histoire du Brésil, Chandeigne, Paris,
2008, pp. 5-12.
12 Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 248r-251v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)