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Nazioni e fazioni: la frammentazione della compagnia gesuitica nel Brasile coloniale 769
direzione opposta, cercando di riequilibrare la situazione a vantag-
gio dei confratelli non portoghesi.
Dinamiche, queste, che venivano seguite con attenzione anche dal
potere politico, sia municipale sia metropolitano, interessato a tutelare
gli obiettivi della Monarchia lusitana in ambito coloniale, per la cui
realizzazione l’attività missionaria degli ordini religiosi, e in particolare
proprio quella dei gesuiti, aveva sempre avuto una rilevanza strate-
gica. Fin dal secondo Cinquecento, ad esempio, erano stati emanati
vari divieti per limitare l’arrivo dei gesuiti spagnoli in Brasile, che
all’epoca costituivano la componente non portoghese più numerosa,
in quanto si temeva che essi potessero essere impiegati come informa-
tori segreti dalla corte di Madrid. Tali sospetti, molto forti nei decenni
dell’Unione iberica, tornarono a manifestarsi nella seconda metà del
Seicento, in particolare all’epoca del generalato del castigliano Tirso
González, allorché proprio la contrapposizione tra vieiristas e alexan-
dristas raggiunse il culmine.
Si trattava di limitazioni talora richieste dalle stesse autorità locali.
Esse non riguardarono soltanto i gesuiti spagnoli e più in generale gli
europei non portoghesi, ma anche coloro che, creoli o meticci nati in
Brasile da genitori di origini lusitane, aspiravano a entrare nell’ordine
e farvi carriera. Il loro contenimento numerico, in effetti, costituì un
altro dei motivi di attrito tra il gruppo di Vieira, favorevole alle misure
restrittive, e quello di Andreoni, Benci e Gusmão, contrario. Pure il
lessico in uso iniziò, proprio allora, a segnalare alcune distinzioni sulla
base della provenienza geografica, perché se i gesuiti attivi in Brasile,
nel loro insieme, continuavano a essere definiti brasilienses, per quelli
che vi erano nati apparve il termine brasileiros, benché ancora impie-
gato in modo assai sporadico rispetto all’espressione «portoghesi del
Brasile», ritenuta più prestigiosa .
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Tale contrapposizione, tuttavia, non deve essere interpretata sulla
base della mera appartenenza nazionale, poiché essa era complicata
da un ulteriore elemento distintivo, corrispondente cioè alla Provincia
o all’Assistenza gesuitica in cui ci si era formati all’interno dell’ordine.
Era un aspetto a cui si attribuivano ripercussioni concrete sulla con-
figurazione territoriale dell’attività missionaria e sulla relativa giuri-
sdizione. Ne sono un esempio le proposte per un’eventuale bipartizione
della Provincia brasiliana, o comunque per la creazione di una Vice-
provincia con sede a Rio de Janeiro, analoga a quella già esistente nel
Maranhão; proposte che, pur non venendo adottate, contrapposero
anche in quel caso Vieira e Andreoni, con il primo favorevole e il
26 Cfr. S. Leite, História da Companhia de Jesus no Brasil. Séculos XVII-XVIII. Assun-
tos Gerais, VII, Instituto nacional do livro, Rio de Janeiro, 1949, pp. 48-60, 240-242.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)