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770 Matteo Giuli
secondo, per il quale «non si poteva separare ciò che Dio aveva unito»,
contrario .
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C'è inoltre da dire che la natura interna degli opposti schieramenti
non era affatto scontata, come dimostrato dal caso di Alexandre de
Gusmão, figura di riferimento del gruppo degli alexandristas. Gusmão,
infatti, si distinse come «netto fautore della fazione brasiliana», non
solo allorché fu rettore del collegio di Salvador da Bahia e nel corso del
doppio mandato da padre provinciale, ma anche in qualità di respon-
sabile del seminario di Belém da Cachoeira, da lui fondato per la for-
mazione dei coloni cresciuti in Brasile, creoli o meticci che fossero .
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Pur avendo origini portoghesi perché nato a Lisbona, Gusmão si era
fatto gesuita a Rio de Janeiro; a guidare le sue scelte, dunque, non fu
l'appartenenza nazionale in termini di nascita (il Portogallo), ma l'ap-
partenenza al corpo religioso in termini di noviziato e ordinazione (la
Provincia del Brasile).
Fatto sta che, nonostante le costituzioni ignaziane proibissero di
fomentare rivalità e inimicizie tra «nazioni» diverse, in non poche oc-
casioni furono proprio i «doveri civici» a prevalere rispetto all’apparte-
nenza religiosa, spingendo i singoli gesuiti alla difesa della «propria
patria» . Le vicende che all’epoca coinvolsero Vieira e Andreoni lo evi-
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denziano ampiamente, così come le argomentazioni di molte lettere da
essi inviate a Lisbona e a Roma, in cui entrambi rappresentarono la
loro contrapposizione secondo la narrazione di una rivalità basata
sull’esistenza di «nazioni», «partiti» e «fazioni» .
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Basta riferirsi, per esempio, ad alcune missive spedite da Andreoni
nel 1685 e nel 1687, o ancora al già citato rapporto dal titolo Noticias
e reparos sobre a Provincia do Brasil, inviato a Roma nel 1688. Da tali
documenti è infatti possibile evincere il forte interesse nutrito dal ge-
suita toscano nei confronti delle dinamiche politiche che plasmavano
i rapporti interni alla Provincia e determinavano la distribuzione dei
relativi incarichi, rispetto a cui egli segnalava l’esistenza di alcune ma-
novre sotterranee nel collegio della capitale per «promuovere i naturali
della Bahya» .
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In termini simili, ma su posizioni opposte, si esprimeva Vieira nel
1691, paventando l’esistenza di una «congiura» per esautorarlo ed
27 Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 150r-151v, 244r-245v, 282v.
28 Arsi, Fondo gesuitico, n. 721, I/1, c. 89r.
29 In questi termini ci si esprime in S. Leite, História da Companhia de Jesus no
Brasil (Século XVI – A obra), II, Livraria Portugália-Civilização Brasileira, Lisboa-Rio de
Janeiro, 1938, pp. 424-454.
30 C.A. Zeron, From Farce to Tragedy. António Vieira’s Hubris in a War of Factions,
«Journal of Jesuit Studies», n. 2/3 (2015), pp. 387-420.
31 Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 192r-193v, 228r-232v, 248r-251v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)