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774 Matteo Giuli
tato qualche anno prima. Ciò avvenne sulla base di una condanna per
subornazione (sententia de ambitu), che, oltre a Vieira, aveva colpito
anche uno dei suoi principali collaboratori, il confratello e connazio-
nale Inácio Faia.
Tuttavia, secondo lo storico e gesuita portoghese Serafim Leite, au-
tore della monumentale História da Companhia de Jesus no Brasil,
Vieira e Faia furono vittime di accuse pretestuose, tacciati di aver pro-
vato a favorire un confratello per fargli ottenere la carica di procuratore
a Roma, dove si sarebbe dovuto affrontare il problema della manodo-
pera indigena e definire meglio le misure con cui la corte portoghese
aveva frattanto vietato ai gesuiti stranieri il conferimento dei maggiori
incarichi in Brasile . Tre anni più tardi, infatti, tale condanna fu di-
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chiarata «di nessun valore» su intervento del preposito generale Tirso
González, e la «fama» di Vieira e Faia, che però nel frattempo erano
deceduti, fu «integralmente» riabilitata .
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A questa «nuova giacintata» parteciparono sia Barnabé Soares,
all'epoca rettore del collegio di Salvador da Bahia, sia Alexandre de
Gusmão, padre provinciale del Brasile e, come detto, figura di riferi-
mento del gruppo degli alexandristas. Con loro, dietro le quinte, si era
mosso anche Andreoni, il cui intervento aveva contribuito all’elezione
alla carica di procuratore per Roma di Domingos Ramos, uno dei con-
fratelli a lui più vicini, ma dalla parte avversa considerato «inquieto,
orgoglioso, presuntuoso e venerato tra i suoi per la sua terribilità» .
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È proprio in questi termini che si espresse un anonimo gesuita del
collegio di Salvador da Bahia in una relazione, strumentalmente ostile
nei confronti degli alexandristas, indirizzata al re Pietro II e di rimando
a «otto vassalli fedeli» della sua corte, con i quali il sovrano veniva in-
vitato a consultarsi quanto prima . Presentandosi come un «vero por-
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toghese», spinto «dalla coscienza e dallo zelo veramente portoghesi», e
avendo tuttavia cura di nascondere la propria identità, l'anonimo re-
latore si proponeva di informare il sovrano della «nuova giacintata» che
43 S. Leite, História da Companhia de Jesus no Brasil cit., VII, pp. 104-108, con rife-
rimento ad Arsi, Brasiliae, n. 5(II), c. 146rv.
44 Arsi, Barsiliae, n. 1, c. 43rv.
45 Arsi, Fondo gesuitico, n. 721, I/1, fasc. 7, cc. 29r-30r.
46 Si tratta di otto individui che avevano (e avrebbero) avuto incarichi di rilievo nella
Monarchia portoghese, a livello politico e/o militare, soprattutto in Brasile: Francisco
de Távora, conte di Alvor, all'epoca presidente del Consiglio Ultramarino; António Félix
Machado, marchese di Montebello, ex governatore del Pernambuco; Luís César de Me-
neses, già governatore di Rio de Janeiro e futuro governatore-generale del Brasile; Go-
mes Freire de Andrade, già governatore della capitania del Maranhão; Artur de Sá e
Meneses, anche lui ex governatore del Maranhão e futuro governatore di Rio de Janeiro;
Roque da Costa Barreto, António Luís Coutinho e il marchese di Minas, António Luís
de Sousa, tutti ex governatori-generali del Brasile.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)