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776 Matteo Giuli
lui usati anche a proposito del gesuita Paulo Carneiro – «un meticcio
naturale del Brasile» –, che la fazione degli alexandristas era riuscita
a far eleggere come procuratore a Lisbona in sostituzione di Baltasar
Duarte, amico di Vieira e figura di riferimento dei vieiristas. Le istanze
presentate a Roma da Ramos, «indegni postulati» per l’anonimo rela-
tore, non solo auspicavano la «revoca, moderazione o sospensione» del
decreto regio ostativo all’assegnazione ai «padri stranieri» di ruoli di
governo all’interno degli ordini presenti nelle «conquiste» portoghesi,
ma addirittura proponevano che a tali missioni coloniali potessero
partecipare «solo» gli stranieri e che fosse tolto «l’impedimento mixti
sanguinis» ai «naturali» del Brasile, in modo da permetterne un mag-
gior reclutamento. In realtà, non pare che tali istanze abbiano trovato
grande ascolto a Roma, visto che qualche anno dopo, alla fine del
1698, la Curia Generalizia confermò le limitazioni in questione.
La vicenda che riguardò Vieira fu in parte simile a quella che tra il
1663 e il 1664 aveva coinvolto il gesuita italiano Giacinto de Magistris,
ossia l’originale «giacintata», per Serafim Leite «il più grave episodio
della vita interna della compagnia» nel Brasile coloniale . Anche de
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Magistris, infatti, come il collega portoghese, fu vittima del tentativo,
da parte dei suoi avversari, di esautorarlo dalla carica di visitatore ge-
nerale, sulla base di un’accusa di «demenza» espressa da un’apposita
commissione di sette gesuiti: vi si distinsero José da Costa, all’epoca
padre provinciale, Simão de Vasconcelos, che in precedenza aveva
conteso proprio a de Magistris la nomina a visitatore generale, e il già
citato Barnabé Soares, poi protagonista anche della «nuova giacintata»
ai danni di Vieira . Tuttavia, tale azione fu annullata in quanto «scan-
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dalosa e incoerente» dal preposito generale Giovanni Paolo Oliva, che
sanzionò i sette gesuiti coinvolti con la privazione della voce attiva e
passiva all’interno della Provincia, almeno fino al 1667 . Pur mante-
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nendo il titolo di visitatore generale del Brasile, de Magistris fu comun-
que costretto a rientrare a Lisbona, per poi essere mandato in missione
a Goa, dove sarebbe morto nel 1668.
Serafim Leite ha collegato le vicende della «giacintata» alle ripercus-
sioni scaturite dalla fine dell’Unione iberica, allorché l’indipendenza
della Corona portoghese dagli Asburgo di Spagna fu restaurata col
nuovo sovrano Giovanni IV della dinastia dei Braganza. A suo dire,
tale restaurazione aveva stimolato la progressiva emersione di spinte
autonomistiche anche all’interno degli ordini religiosi e di contrappo-
sizioni fazionarie nelle varie Province gesuitiche, sia nella Penisola
50 Cfr. S. Leite, História da Companhia de Jesus no Brasil cit., VII, p. 43.
51 Arsi, Brasiliae, n. 9, c. 176rv.
52 Ivi, cc. 177r-185v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)