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598 Paolo Calcagno
e poi spiegò i tre motivi di tale renitenza: la prospettiva di restare «tanto
tempo lontani dalle loro famiglie»; le insidie legate a «mari troppo perico-
losi» e «climi troppo freddi»; le pretese di «aumenti di paga» avanzate dai
marinai .
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Se però riprendiamo la statistica del maggio 1782 redatta dal con-
sole di Málaga, notiamo che delle 12 imbarcazioni censite 5 erano di-
rette nelle Fiandre o in Olanda (Bruges, Ostenda, Amsterdam, Rotter-
dam), 4 avevano come destinazione Londra, un’altra ancora Dublino .
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E le stesse lettere di Spiridione Capitanachi ci illustrano una moltepli-
cità di situazioni che stridono con le considerazioni espresse sulla
mancanza di intraprendenza dei veneziani entrati in Atlantico: il 12
giugno 1781 segnalò una checchia noleggiata per le Canarie, un’altra
checchia diretta a Ostenda e un bastimento entrato a Málaga con uva
passa di Zante destinata ad Amburgo e a San Pietroburgo; l’8 gennaio
1782 riferì di aver visto entrare varie navi veneziane (provenienti da
Trieste, dalla Sicilia, da Genova ecc.), di cui un paio erano riuscite a
ottenere un noleggio per Ostenda; e il 5 marzo 1782, dopo aver elen-
cato i consueti «buoni successi» della bandiera veneta, dovette raggua-
gliare in merito al naufragio della nave Gioventù in commercio di capi-
tan Giulio Chielich, «la quale ha dato in una roccia vicino al porto di
Watterford in Irlanda» .
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In linea con quanto osservato dalla recente storiografia , in questo
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scorcio di XVIII secolo Cadice non si limitò a fungere da centro di raccolta
(centro di prima raccolta, giacché poco più a nord Lisbona aveva funzioni
analoghe) dei generi coloniali in arrivo dall’America, ma costituì uno scalo
«au carrefour de presque toutes les grandes routes du commerce mari-
time européen». Probabilmente il console veneziano constatava il grande
dinamismo del naviglio “nordico” (in particolare di quello scandinavo,
anch’esso neutrale) , e riteneva che i veneziani potessero fare di più; in
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ogni caso appare inconfutabile la capacità dei legni marciani di muoversi
in uno spazio marittimo molto ampio, tra stretto di Gibilterra, arcipelaghi
atlantici, mar Baltico e colonie americane .
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33 Lettera del novembre 1782, già citata in nota 27 (ibidem).
34 Le due imbarcazioni rimanenti erano dirette rispettivamente a Lisbona e a Madera.
35 Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 636.
36 A. Bartolomei, Cadix et la Méditerranée à la fin du XVIII e siècle, «Revue d’histoire
maritime», 13 (2011), pp. 173-209.
37 Diversi studi si sono soffermati sulla massiccia penetrazione nel Mediterraneo della
bandiera svedese: in questa sede ci limitiamo a menzionare, da ultimo, L. Müller, Swedish
Trade and Shipping in the Mediterranean in the 18 th Century, in Reti marittime come fattori
dell’integrazione europea, Firenze University Press, Firenze, 2019, pp. 453-469.
38 Nelle lettere di Spiridione Capitanachi ci sono alcuni riferimenti a viaggi oceanici delle
navi veneziane: ad esempio l’8 giugno 1781 il console riferì che la nave veneziana Concordia
era stata noleggiata «a forza» a Málaga per il trasporto di truppe spagnole in America; e l’8
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)