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Rotta a Ponente: la navigazione veneziana in Atlantico e il commercio di generi...   603


                    preziose merci coloniali: d’altronde, in fatto di zucchero Lisbona era in
                    assoluto il principale fornitore atlantico di Venezia, e alla metà del se-
                    colo ne entravano in Laguna più di 1.700.000 libbre all’anno . Fu lo
                                                                                57
                    stesso console, il 9 luglio 1776, a suggerire di concedere qualche agevo-
                    lazione daziaria alle navi veneziane di ritorno in Adriatico con carichi di
                    zucchero, in modo da poter battere gli avversari “nordici”, che accetta-
                    vano «noli miserabili» . E l’anno dopo – 22 aprile 1777 – venne osser-
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                    vato che forse bisognava applicare un aggravio aggiuntivo alle navi stra-
                    niere che coprivano la tratta Lisbona-Venezia, da abbonare solo nel caso
                    in cui alla partenza dal Portogallo con il carico di zucchero non fosse
                    stato presente in porto alcun legno “nazionale” .
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                       Nonostante l’agguerrita concorrenza, i legni veneziani giocarono un
                    ruolo non proprio trascurabile nell’acquisto dei generi americani per
                    conto della «Dominante». Stando alla testimonianza del console, i sud-
                    diti della Repubblica di San Marco sarebbero stati gli unici operatori,
                    nell’ambito della variegata «nazione italiana», a partecipare ai trasporti
                    marittimi tra il porto di Lisbona e il Mediterraneo . Lamentandosi dei
                                                                    60
                    genovesi (sì presenti in gran numero in città, ma come mercanti) per
                    via di un preteso balzello finalizzato al mantenimento della “chiesa de-
                    gli italiani” di Nostra Signora di Loreto , Anselmo Perelli precisò che
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                    «il  nunzio  apostolico,  il  ministro  di  Napoli,  quello  di  Sardegna  e




                       57  Il dato, relativo al 1751/52, è riportato in P.N. Sofia, Dall’Atlantico a Rialto cit., p.
                    118. L’unica vera concorrente di Lisbona, nelle forniture di zucchero alla Serenissima,
                    era Marsiglia, che dominava specie nel campo dei «mascabati» (tipo di zuccheri destinato
                    alle raffinerie per essere ulteriormente lavorato prima del consumo).
                       58  Secondo Gherro «le navi inglesi, danesi, olandesi, svezzesi» facevano «a gara l’una
                    all’altra  a  noli  meschinissimi  per  caricar  per  costà  [cioè  per  Venezia]»;  ma  al  tempo
                    stesso andava considerata «la poca unione de capitani [veneti], alcuni de quali per la
                    sciocca ambizione di essere i primi a caricare e seguir viaggio, accogliendo qualunque
                    miserabile nolo, mett[evano] gli altri nella forzosa necessità di seguitar il loro esempio»
                    (Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 695).
                       59  Sarebbe stato proprio il console a rilasciare l’eventuale attestato alle navi fore-
                    stiere. Anche in questa lettera si tornava a parlare di «particolari antipatie» tra i capitani
                    veneti (ibidem).
                       60  Ne sono conferma i bollettini a stampa trasmessi dal console veneziano a Genova
                    tra fine anni Settanta e inizio anni Ottanta del secolo, che esamineremo nelle pagine
                    seguenti.
                       61  Nella corrispondenza consolare veneziana si parla espressamente di «nazione ita-
                    liana»: nello specifico sulla chiesa si veda N. Alessandrini, La Chiesa di Nostra Signora
                    di Loreto e la natione italiana di Lisbona (sec. XVI-XVIII), in Ead., T. Bartolomei, Chiesa
                    di Nostra Signora di Loreto, 1518-2018. Una chiesa italiana in terra portoghese, Fábrica
                    da Igreja Italiana Nossa Senhora do Loreto, Lisbona, 2018, pp. 181-192. Sulla presenza
                    genovese a Lisbona sul finire del XVIII secolo rinvio a C. Brilli, La nación genovesa de
                    Lisboa y sus cónsules en el último cuarto del siglo XVIII, in M. Aglietti, M. Herrero Sán-
                    chez, F. Zamora Rodríguez (coords.), Los cónsules de los extranjeros cit., pp. 213-223.


                                               Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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