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602 Paolo Calcagno
di tabacco, ma elencò solo navi francesi tra quelle attive nei collega-
menti con Venezia. In altre comunicazioni degli anni successivi il con-
sole informò in merito ad altri carichi di beni coloniali (specie zuc-
chero) diretti in Laguna su mercantili con bandiera inglese e olandese.
Nessuna traccia di legni della Serenissima: «presentemente qui non
habbiamo navi veneziane né s’aspettano» (lettera del 1 ottobre 1728);
«in quest’anno non è ancora qui comparso bastimento alcuno veneto»
(lettera del 18 aprile 1730) . Venendo agli anni oggetto di questo con-
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tributo – in mezzo, come già detto, la guerra di successione austriaca
e la guerra dei Sette anni rappresentarono già dei momenti di poten-
ziamento della navigazione veneziana in Atlantico – notiamo un’inver-
sione di tendenza: in un attestato di buon servizio rilasciato il 14 luglio
1772 all’interprete Nicolò Roks, operante sulla piazza di Lisbona, com-
paiono le firme di ben 29 capitani di nave veneti (di cui perlomeno 8
di chiare origini dalmate) ; e ancora, dalle parole del console vene-
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ziano in loco Antonio Maria Gherro apprendiamo che il 22 aprile 1777
era partita una nave con bandiera marciana, ne erano arrivate quat-
tro, altre due erano in quarantena, «attendendosi con non poca ansietà
dalla piazza [di Venezia] parecchi altri» bastimenti .
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L’insorgere del conflitto nelle colonie britanniche ebbe un’incidenza
notevole. L’interruzione della navigazione dall’America al Portogallo, «pel
trasporto di grani e farine della Filadelfia, Boston e d’altre province
dell’America inglese», «attesi li dissapori […] tra gli abitanti di quelle con-
quiste e il governo di Londra», rappresentò un’occasione per il naviglio
veneziano, chiamato a «intraprendere carichi di frumento, orzo, granoni
per queste parti» . Un’ulteriore agevolazione fu assicurata dalle preclu-
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sioni ideologiche dei portoghesi: il successo dei cereali trasportati dai
mercantili veneti si doveva anche al fatto che «non si vuol comprare
dall’infedeli [in Nordafrica] un tal genere» . Se le condizioni per la fre-
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quentazione dello scalo si erano fatte favorevoli, occorreva però trovare
il modo per rendere competitivi i capitani veneti nel trasporto delle
52 Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 694. Una relazione dei Cinque Savi alla Mercanzia
al doge del 3 giugno 1738 – ritrovata tra le carte consolari - rilevava «quanto sarebbe
proficua per questa Serenissima Dominante quella navigazione e quel traffico», con ri-
ferimento ai collegamenti con il regno di Portogallo.
53 Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 695.
54 Il console spiegò che sarebbero venute presto «ad affollarsi in questo porto tante
suddite navi attese le rilevanti turbolenze insorte nelle colonie portoghesi dell’America»:
in sostanza l’arrivo del solito carico annuale di zucchero proveniente dal Brasile (circa
14.000 casse) avrebbe subito una dilazione, e le possibilità di caricare il prodotto si
sarebbero concentrate nei mesi finali dell’anno (ibidem).
55 Lettera del console Antonio Maria Gherro del 19 settembre 1775 (ibidem).
56 Lettera del console Anselmo Perelli (subentrato nel frattempo al Gherro) del 6 giu-
gno 1780 (ibidem).
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)