Page 112 - mediterranea 57
P. 112
112 Davide Balestra
Nelle lettere del 1729-31 si avverte in maggior misura il legame di
De Marco con la terra d’origine e il desiderio di mantenerlo vivo attra-
verso lo scambio epistolare con De Leo, a testimonianza di quanto le
lettere non fossero solo mero strumento di comunicazione, ma anche
mezzo per preservare o accrescere le relazioni tra gli individui; di
quanto fossero, anzi, esse stesse un legame .
29
Sul rapporto con De Leo torneremo più avanti. Qui preme tuttavia
rilevare l’importanza della fonte epistolare per la ricostruzione della
sfera privata, oltre che pubblica, di De Marco. Le lettere mostrano la
natura intima del rapporto con De Leo, quasi un fratello maggiore, suo
confidente privilegiato, molto più degli zii, ai quali pure scriveva rego-
larmente, sebbene di queste lettere non sia rimasta alcuna traccia.
Appare evidente come il giovane riservasse all’amico argomenti più in-
timi, favorito in questo anche dalla ridotta differenza di età che li se-
parava. Specie nelle lettere dei primi anni a Napoli, emerge con chia-
rezza un’immagine inedita di De Marco, priva di quell’aura severa che
contraddistinse la sua figura di ministro. Quella di un ragazzo con le
sue paure, le sue incertezze, le sue infatuazioni, i suoi ideali, mentre
sullo sfondo si avverte costantemente la presenza degli zii, dei loro
timori e delle aspirazioni riposte nel nipote lontano.
Il carteggio mostra inoltre l’evoluzione nel tempo di un carattere
forte e altero. La devozione all’amico non gli impediva, in talune circo-
stanze, di biasimarlo per pensieri o atteggiamenti a suo avviso fuori
luogo, di ammonirlo con tono paternalistico. Allo stesso modo, intra-
presa l’attività forense, non pochi sono i passaggi in cui affiora un De
Marco duro verso comportamenti lontani dal suo universo valoriale,
fatto di dedizione al lavoro e di un profondo senso della giustizia. Ne
sono prova le opinioni espresse, ad esempio, sugli endemici ritardi dei
procedimenti giudiziari nei tribunali napoletani o su clienti poco pa-
zienti, spesso liquidati con parole sprezzanti. Man mano che si procede
nella lettura dell’epistolario, in sostanza, affiora gradualmente l’uomo
rigido e inflessibile, fieramente radicato nelle sue convinzioni, che fu
protagonista del «periodo ministeriale».
Le poche lettere degli anni Trenta e Quaranta, oltre a indicare un
allentamento del rapporto epistolare tra i due amici, contengono anche
meno riferimenti al territorio brindisino, meno richieste di informa-
zioni su personaggi e conoscenze comuni a Brindisi e S. Vito. Le lettere
di questi anni sono molto più brevi, si limitano a riferire questioni le-
gate a procedimenti giudiziari, sono prive di quella confidenza, nella
forma e nel contenuto, che contraddistingue le precedenti. La penna
di De Marco si fa via via più seriosa, meno incline agli argomenti
29 A. Russo, «Nel desiderio delle tue care nuove» cit., p. 159.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)