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114 Davide Balestra
tra i protagonisti dell’élite intellettuale del centro. Basti pensare che,
qualche anno prima della nascita di De Marco, a S. Vito era nato Leo-
nardo Leo , tra i maggiori esponenti della scuola musicale napoletana
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settecentesca, quando Napoli, come scrisse Charles de Brosses, era «la
capitale du monde musicien» . Leonardo era stato avviato alla musica
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dallo zio Stanislao De Leo, cantore della chiesa di S. Vito, e sostenuto
nel suo successivo percorso di studi a Napoli, dal medico Teodomiro
De Leo, padre di Ferdinando . Lo stretto rapporto tra questi e Leo-
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nardo Leo è testimoniato da una lettera che De Marco scrisse a Ferdi-
nando nel febbraio 1738, nella quale chiese all’amico di intercedere
presso il compositore sanvitese per una messa cantata in musica a tre
voci, «sapendo la strettezza passa con signor D. Lionardo Leo» .
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Il protagonismo politico-culturale dei De Leo è confermato anche dai
rapporti con la famiglia feudataria di S. Vito che, grazie all’attività forense,
aveva scalato la piramide sociale nel corso del XVII secolo. Agli inizi del
Settecento, S. Vito era infatti feudo della famiglia Marchese, in seguito
all’acquisto fatto nel 1643 da Giuseppe, principe di Montemarano, pri-
mogenito di Andrea, presidente del Sacro Regio Consiglio dal 1642 al
1647. La sua ascesa – scrisse Francesco D’Andrea – «dovrebbe proporsi
per idea a tutte le persone di Napoli che non sono di piazza, quando s’ap-
plicano alla nostra professione poiché in essa si vede il sommo in dove
può arrivare per la letteratura in Napoli una privata famiglia» .
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I Marchese contribuirono alla vivacità culturale del proprio territo-
rio, come testimoniato da un significativo manoscritto di proprietà dei
De Leo contenente diverse accademie tenute dalla famiglia di Ferdi-
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37 Cfr. L. Cosi, De Leo, Leonardo, Dbi, vol. 64 (2005); P. Pellegrino (a cura di), Amor
sacro e amor profano: Leonardo Leo e la cultura musicale napoletana del 700, Argo, Lecce,
1997.
38 Ch. de Brosses, Lettres Familières écrites d’Italie a quelques amis en 1739 et 1740,
Poulet-Malassis et De Broise, Parigi, 1858, p. 256. Sulla scuola musicale napoletana mi
limito a citare qui i contributi in F. Cotticelli, P. Maione (a cura di), Storia della musica e
dello spettacolo a Napoli. Il Settecento, Turchini, Napoli, 2009, in particolare L. Tufano, Il
mestiere del musicista: formazione, mercato, consapevolezza, immagine (pp. 733-771); M.
Traversier, Costruire la fama musicale. La diplomazia napoletana al servizio della musica
durante il regno di Carlo di Borbone, in A.M. Goulet, G. Zur Nieden (a cura di), Europäische
Musiker in Venedig, Rom und Neapel, Bärenreiter, Kassel, 2015, pp. 171-189.
39 L. Cosi, De Leo cit. Stanislao De Leo (1666-1745) ebbe la dignità di cantore di S.
Vito per 25 anni, come riportato in un manoscritto appartenente alla famiglia, dove
diverse mani, in diversi anni, annotarono le date di morte dei membri della famiglia De
Leo o di loro parenti. Bad, ms. H/1.Teodomiro De Leo, nato nel 1668, morì per un colpo
apoplettico il 10 agosto 1743. Ibidem.
40 Bad, ms. B.28, cc. 277rv, lettera del 15 febbraio 1738.
41 F. D’Andrea, Avvertimenti ai nipoti, a cura di I. Ascione, Jovene, Napoli, 1990, p. 174.
42 Bad, ms. F/7. Accademia è qui intesa nel suo significato di «adunanza d'uomini
studiosi». Vocabolario degli Accademici della Crusca, IV edizione, Domenico Maria
Manni, Firenze, 1729-1738, s.v. accademia (II).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)