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Formazione e ascesa di un homo novus nella Napoli austriaca 119
profondire il livello degli studia napoletani, sebbene occorra sottoli-
neare come questi fossero caratterizzati da carenze organizzative e me-
diocre qualità didattica, si configurassero ancora secondo gli statuti di
inizio Seicento e fossero inadatti, nonostante alcune integrazioni e mo-
difiche introdotte nel corso del XVII secolo, ai cambiamenti che, veloci,
attraversavano la società partenopea .
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Era opinione diffusa, tuttavia, che la vera formazione del giurista
avvenisse nel percorso del tirocinio forense svolto presso gli studi legali
della capitale. Qui avveniva la reale selezione tra chi, meno protetto e
meno meritevole finiva «nella sacca senza fondo dei “paglietti”» e chi,
più competente e meglio inserito, riusciva a entrare negli studi più
accreditati, accedeva nelle grandi sale dei tribunali maggiori del Re-
gno, iniziava a interagire con la clientela. Era insomma il foro e non la
scuola a creare il giurista .
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Prima di focalizzarci sul percorso strettamente professionale di De
Marco, sul suo tirocinio forense e sugli uomini che diedero il là alla
sua prestigiosa carriera, soffermiamoci a rintracciare nel suo carteggio
giovanile l’origine di quegli ideali filosofici, culturali e religiosi che
avrebbero marcato il suo operato da ministro borbonico in età adulta.
5. Giurisdizionalismo, anticurialismo, giansenismo
Le notizie presenti nel carteggio relative al rapporto tra stato e
chiesa come, ad esempio, i numerosi riferimenti alla questione del di-
ritto d’asilo, sono particolarmente interessanti, specie per gli incarichi
che De Marco ricoprì nel «periodo ministeriale». Per quanto egli si limi-
tasse a riportare i vari episodi senza esprimere alcun giudizio, pure li
considerava degni di nota, a dimostrazione di quanto vivo fosse il di-
battito sulle controversie giurisdizionali tra potere laico ed ecclesia-
stico nella Napoli di inizio Settecento.
Gli episodi citati nell’epistolario denotano il cambiamento di rotta
verificatosi a partire dal 1728. Se negli anni del cardinale Althann la
giurisdizione ecclesiastica fu difesa e rafforzata, dando origine a so-
venti contrasti tra viceré e Consiglio Collaterale, durante il governo di
63 Anche il progetto di riforma proposto da Filippo Caravita nei primi anni del vice-
regno austriaco si arenò per le resistenze di singoli e di corporazioni universitarie. Cfr.
A. Di Vittorio, Gli austriaci e il Regno di Napoli. Ideologia e politica di sviluppo, Giannini,
Napoli, 1973, pp. 427-429; G. Galasso, Storia del Regno di Napoli cit., pp. 915-925. Su
Caravita, S. Fodale, Caravita, Filippo, Dbi, vol. 19 (1976).
64 P.L. Rovito, Respublica dei togati. Giuristi e società nella Napoli del Seicento, Jo-
vene, Napoli, 1981, in particolare pp. 173-195. La citazione riportata è a p. 187. Cfr.
anche A. Sarubbi, Lo studio napoletano nella cultura meridionale del Sei-Settecento,
Aspn, XCV (1978), pp. 231-243.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)