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118 Davide Balestra
zio, Ferdinando, anch’egli dottore in legge . Come De Marco, nello
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stesso periodo, anche Ortensio De Leo, fratello di Ferdinando, prese la
strada della capitale partenopea per condurre il suo iter studiorum .
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Il trasferimento a Napoli dalla provincia per studiare diritto e aspi-
rare all’avvocatura accomuna il percorso dei De Leo e del giovane De
Marco con quello di altri giuristi napoletani sei-settecenteschi. La pro-
fessione forense, con le sue prospettive di successo, ricchezza e potere,
attraeva infatti nella capitale numerosi giovani da ogni angolo del Re-
gno. Fu l’iter di Giannone, partito da Ischitella, nel foggiano, all’età di
18 anni per intraprendere gli studi giuridici a Napoli, o di Niccolò Frag-
gianni, che a 16 anni si trasferì nella capitale da Barletta, o ancora del
già citato Filippo Briganti, partito da Gallipoli nel 1742, sempre a 18
anni.
Il fascino dell’avvocatura era stato propagandato da Francesco
D’Andrea nei suoi Avvertimenti ai nipoti , dove le fortune della sua
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famiglia, fondate sull’attività forense, lo avevano portato ad affermare
con convinzione che quella fosse l’unica strada che permettesse,
«senza aver nessuna altra qualità che il proprio merito», di poter
«ascendere a cariche grandi e ricchezze immense, a dignità supreme e
a governare la republica senza aver bisogno né di nascita né di denari
per arrivarvi». E ciò soprattutto a Napoli, «che in nessuna parte del
mondo è arrivata al punto di stima nel quale è stata sempre e sta ancor
oggi tra noi» .
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Dall’epistolario non emergono riferimenti al conseguimento del ti-
tolo dottorale da parte di De Marco , il quale frequentò probabilmente
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l’Università dei Regi Studi di Napoli, come attestano alcuni cenni nelle
lettere alle immatricolazioni annuali . Non è questa la sede per ap-
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57 Ferdinando De Leo, nato nel 1666, morì nel 1696. Nel citato manoscritto H/1 si
legge: «Ferdinandus Leo ad dignitatem doctoratus pervenitus (sic), summo honore, et
virtute sua […] obijt S. Viti die 14 octubris 1696 aetatis suae annorum 30». Bad, ms.
H/1. Cfr. A. De Leo, Dell’origine e successi cit., p. 15.
58 Ortensio De Leo è menzionato come dottore di legge nel catasto onciario di S. Vito
del 1746. D. Ciccarese, M. Marraffa, Il catasto onciario di Santo Vito degli Schiavi del
1746, CRSEC, Ostuni, 1998.
59 Non è un caso che il testo di D’Andrea sia presente, in copia manoscritta, tra i
volumi della collezione De Leo. Bad, ms. E/1.
60 F. D’Andrea, Avvertimenti ai nipoti cit., p. 141.
61 Sull’iter per il conseguimento del titolo dottorale si veda M.G. Colletta, Il Collegio
dei Dottori dal 1722 al 1744 attraverso le carte dell’Archivio di Stato di Napoli, Aspn,
XCVII (1979), pp. 217-241.
62 Sul tema cfr. E. Brambilla, Genealogie del sapere. Università, professioni giuridiche
e nobiltà togata in Italia (XIII-XVII secolo), Unicopli, Milano, 2005. Per un approfondi-
mento sull’iter studiorum degli aspiranti giuristi napoletani in età moderna rimando ai
lavori di Ileana Del Bagno tra i quali mi limito a citare qui Iustitia custos sit pacis. For-
mazione universitaria e professioni giuridiche a Napoli in età moderna, «Annali di storia
delle università italiane», 12 (2008), pp. 435-466.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)