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120 Davide Balestra
Harrach, al contrario, le immunità furono violate pressoché di conti-
nuo e «gli episodi di giustizia sommaria negli stessi luoghi immuni fu-
rono tutt’altro che infrequenti» . Nel gennaio 1729, De Marco scrisse,
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ad esempio, che in merito a «un certo omicidio qui è uscito già l’ordine
da Palazzo si scannasse l’omicida benché in Chiesa dimorante» e,
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pochi mesi dopo, raccontò di come la sera del 27 maggio «stava tutto
il Convento di Monte Oliveto circondato da Granatieri, che cercavano
un certo soldato che fuggito dalla sentinella per potere godere chiesa
(sic) uccise un giovine d’anni 25 da dietro senza che li fusse stato fatto
niente, e subito corse a rifugiarsi in Monteoliveto» . Nell’estate dello
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stesso anno riferì della decisione presa dal Collaterale in merito a un
furto avvenuto in agosto nella chiesa di S. Chiara : «delictum non gau-
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dere immunitatem», riportò De Marco, aggiungendo che i consiglieri
avevano «ridotto il caso ad uno de casi eccettuati nella bulla di Grego-
rio» . Che il massimo organo politico-giuridico del Regno fosse rego-
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larmente impegnato in questioni relative al rapporto tra stato e chiesa
è dimostrato dai dati di quel periodo: nel biennio 1725-26 la mole di
cause esaminate dal Consiglio Collaterale relative ai rapporti tra le due
entità sovrane era pressoché la stessa di quelle riguardanti questioni
di diritto civile o criminale .
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Nel settembre 1729, De Marco riferì anche di alcune voci sull’isti-
tuzione di un nuovo tribunale composto «da due laici et un ecclesia-
stico […] à fine di vedere ne delitti l’immunità, per togliere le contro-
versie sogliono tra il Collaterale, et il Cardinale insorgere, pretendo
l’uno da una parte vedere se il reo goda immunità, e l’altro dall’altra.
Ciò se si fa e di grand’utilità per togliere certi scandali che dalla po-
tenza del Collaterale, e dal sonno del nostro Cardinale son causati» .
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Peraltro, proprio in quell’anno il cardinale Fini e Nicola Fraggianni
65 R. Ajello, Il problema della riforma giudiziaria e legislativa nel Regno di Napoli du-
rante la prima metà del secolo XVIII, Jovene, Napoli, 1968, in particolare pp. 22-72. La
citazione riportata è a p. 47.
66 Bad, ms. B.28, c. 20r, lettera del 29 gennaio 1729.
67 Ivi, ms. B.28, cc. 41v-42r, lettera del 28 maggio 1729. Sull’episodio cfr. anche
Racconto di varie notizie accadute nella città di Napoli dall’anno 1700 al 1732, Aspn,
XXXI (1906), pp. 428-508; 693-736; XXXII (1907), pp. 132-181; 378-426; 587-635; 798-
840: 1906, pp. 735-736.
68 Bad, ms. B.29, cc. 13v-14r, lettera del 20 agosto 1729.
69 Ivi, c. 17v, lettera del 27 agosto 1729. De Marco si riferisce qui alla bolla pontificia
Cum alias del 24 maggio 1591, emanata da papa Gregorio XIV il quale, con l’obiettivo
di delimitare meglio i confini tra giurisdizione ecclesiastica e laica, escluse dal godimento
di tale diritto gli autori di gravi crimini come il banditismo, l’omicidio, la lesa maestà.
Cfr. A. Borromeo, Gregorio XIV, Enciclopedia dei papi, Treccani, Roma, 2000, vol. III, pp.
230-240.
70 F. Di Donato, Stato, magistrature, controllo dell’attività ecclesiastica. Niccolò Frag-
gianni nel 1743, Aspn, CXI (1993), pp. 255-327: 263-264.
71 Bad, ms. B.29, c. 26r, lettera del 24 settembre 1729.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)