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Un napoletano nella Rivoluzione francese: appunti per una biografia di Luigi Pio 135
1. Aspetti della biografia intellettuale e politica di Pio: il laico, il
cosmopolita
Presto il cittadino Pio – siamo ancora nel 1790 – sarebbe divenuto
uno dei quattro segretari della Confédération des Amis de la Vérité,
meglio nota come Cercle social .Gli incontri settimanali di questo club
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erano frequentati da esponenti di primo piano della politica e della
cultura rivoluzionarie, come Condorcet, Camille Desmoulins, Jacques-
Pierre Brissot, Louis-Sébastien Mercier. Poiché era una delle poche
associazioni politiche che ammettevano le donne, ebbe tra i suoi mem-
bri più attivi la pubblicista femminista olandese Etta Palm d’Aelders,
con la quale Pio ebbe forse una relazione e sulla cui lealtà alla Francia
fu chiamato da lei a testimoniare nel 1791 .
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Jean-Baptiste Cloots, detto Anacharsis, era un altro celebre fre-
quentatore di questa associazione non semplicemente legata alla cul-
tura massonica e al mondo della Loge des Neuf Soeurs prerivoluziona-
ria, ma politicamente cosmopolita e attiva nel sollecitare affiliazioni
all’estero: nel suo manifesto dell’ottobre 1790 proclamava addirittura
una vocazione mondiale . La visione politica di Cloots interessa qui
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perché riflette il versante universalista della cultura rivoluzionaria,
che non era destinato a prevalere negli anni successivi, ma che in que-
sto momento coinvolse anche altri espatriati, come Pio. Cloots, come
argomenta Marian Skrzypek, fu tra i pochi rivoluzionari che riuscirono
a fondere il rousseauismo con il materialismo settecentesco. La chiave,
secondo Skrzypek, era un’utopia universalistica che sarebbe passata
attraverso la realizzazione pratica del paradosso di Bayle sulla società
7 G. Kates, The Cercle Social, the Girondins and the French Revolution, Princeton
University Press, Princeton, 1985, p. 79. Ne parla lo stesso Pio sul giornale di Louise de
Kéralio, L. Pio, Cercle social, «Mercure national et Révolutions de l’Europe. Journal dé-
mocratique», 39, 16 novembre (1790), pp. 1506-1508. Del ruolo di Pio nel club parla
anche il testimone milanese Giuseppe Gorani, che nutre un’evidente antipatia per l’ex
diplomatico: G. Gorani, Dal dispotismo illuminato alla Rivoluzione (1767-1791), a cura di
Alessandro Casati, Mondadori, Milano, 1942, pp. 270-271.
8 Si veda C.A. Petix, K. Green, Etta Palm d’Aelders and Louise Keralio-Robert: Femi-
nist Controversy during the French Revolution, in L. Curtis-Wendlandt, P. Gibbard, K.
Green (eds.), Political Ideas of Enlightenment Women. Virtue and Citizenship, Ashgate,
Farnham, 2013, pp. 63-77: 72. Nel suo più noto discorso al Cercle social, Etta Palm
propose che le cittadine si occupassero di garantire un sistema d’istruzione patriottico
e laico.
9 Déclaration patriotique du Cercle social pour la Confédération universelle des amis
de la vérité, «La Bouche de Fer», 1 octobre (1790), p. 14 cit. in M. Skrzypek, L’idée de la
république universelle pendant la Révolution française, «Studia z etyki i edukacij glo-
balnej», 1 (2014), pp. 41-63: 48. Sulla Loge des Neuf Soeurs ha fatto testo il classico di
Louis Amiable, ora nell’edizione critica che rivede alcuni punti importanti: L. Amiable,
La Loge des Neuf Soeurs. Une loge maçonnique d’avant 1789, ed. C. Porset, Edimaf,
Paris, 1989.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)