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                degli  atei:  «Je  soutiens,  moi,  que  toute  autre  république  est  une
                chimère»,  avrebbe  dichiarato  Cloots  nel  dicembre  1793  al  Comitato
                d’Istruzione pubblica della Convenzione .
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                   All’Ambassade du genre humain di Cloots del 19 giugno 1790, la
                celebre deputazione degli stranieri all’Assemblea nazionale, partecipò
                anche l’ex diplomatico napoletano. Con la sua presenza, Pio sottoscri-
                veva una visione internazionalista e areligiosa della Rivoluzione, che
                qui si esprimeva con la proposta di trasformare l’imminente Festa della
                Federazione francese in una festa del Genere umano, con rappresen-
                tanti di ‘tutte’ le nazioni della Terra, in vista della realizzazione della
                laica république universelle .
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                   Eppure, Pio non sembrava avere un’unica posizione. Era piuttosto
                un entusiasta del dibattito rivoluzionario, sin da subito presente sulla
                stampa patriota in modo politicamente trasversale con lettere e arti-
                coli . Aderì al Club dei Giacobini, che con la Confédération des Amis
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                de  la  Vérité  era  in  rivalità.  Qui  concepì  un’ammirazione  per  Robe-
                spierre, che frequentò, recandosi spesso a trovarlo presso la famiglia
                Duplay.
                   Questa amicizia, come riconosceva Mathiez, non fu servile. L’am-
                mirazione di Pio fu scalfita il 5 dicembre 1792 da un evento preciso: la
                decisione di Robespierre di far distruggere seduta stante nella sede del
                Club, insieme al busto di Mirabeau, quello di Helvétius, bollando il
                philosophe defunto come un essere immorale (ovvero ateo), persecu-
                tore di Rousseau. Helvétius era stato fino a poco prima celebrato come
                uno dei precursori della Rivoluzione. Il 20 settembre 1792 il Consiglio
                generale del Comune di Parigi aveva votato per ribattezzare immedia-
                tamente col suo nome la via dove il philosophe aveva vissuto fino alla
                morte, rue Sainte-Anne. Essa avrebbe peraltro mantenuto il nome di
                ‘rue Helvétius’ senza interruzione fino alla prima Restaurazione: un
                modesto particolare che non va a conferma delle immagini troppo mo-
                nolitiche di quell’epoca.
                   Alla scelta di distruggere il busto di Helvétius nel Club dei giacobini
                Luigi Pio reagì con una lettera aperta dal testo piuttosto significativo.


                   10  J. Guillaume, Procès-verbaux du Comité d’Instruction publique de la Convention,
                Imprimerie nationale, Paris, 1897, t. III, p. 78, cit. in M. Skrzypek, L’idée de la république
                universelle cit., p. 51. Sull’arresto di Cloots in quei giorni, J. Guillaume, Procès-verbaux
                du Comité d’Instruction publique cit., t. III, pp. 81-83.
                   11  Su Cloots, si veda R. Mortier, Anacharsis Cloots, ou l’utopie foudroyée, Stock, Pa-
                ris, 1995. Si vedano anche A. Cloots, Le basi costituzionali della repubblica del genere
                umano, a cura di A. Guerra, Castelvecchi, Roma, 2019 e L. Addante, La riscoperta di un
                rivoluzionario: Anacharsis Cloots, «Rivista storica italiana», CXXXIII, 2 (2021), pp. 631-
                663.
                   12  Pio scrisse anche sul «Mercure national» della cordigliera Louise de Kéralio, tra
                l’altro molto critica nei confronti del Cercle social, dopo avere assistito alle sue prime
                riunioni.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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