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138 Erica Joy Mannucci
1781 i primi due volumi della Scienza della legislazione di Gaetano
Filangieri e li aveva donati anche a Mably e a d’Alembert . Auteuil
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comprendeva ancora i maggiori esponenti di posizioni filosofiche
materialiste con cui l’ex agente diplomatico poteva identificarsi, an-
che senza per forza provare simpatia per tutti i membri contempo-
ranei, come potrebbe forse suggerire il paragone tra Madame Hel-
vétius e Santippe. Inoltre, il gruppo di Auteuil era una cerchia che
prima della Rivoluzione aveva ammirato senza riserve la Rivoluzione
americana . Era stato frequentato assiduamente da Benjamin
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Franklin e da Thomas Jefferson i quali, come vedremo, ebbero negli
anni Ottanta un ruolo non trascurabile nella maturazione delle idee
politiche di Pio.
L’ex diplomatico napoletano intervenne anche a voce, isolato nella
sala dei Giacobini, chiedendo inutilmente che si ascoltasse almeno
una difesa del philosophe, «sa défense par la bouche de ses amis» e si
commissionasse un altro busto che onorasse Helvétius . Questa
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presa di posizione coraggiosa e disinteressata è legata all’ateismo filo-
sofico di Pio. Tale aspetto del suo profilo è stato trascurato, non solo
per scarsa conoscenza delle fonti pertinenti, ma in connessione a una
certa sottovalutazione, nella storiografia, del peso politico specifico che
la cultura della critica radicale delle religioni e l’ateismo – una pre-
senza effettiva, seppur minoritaria nel mondo rivoluzionario francese
ed europeo – potevano assumere nel determinare le scelte indivi-
duali .
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16 La lettera di Pio a Filangieri del primo gennaio 1781, dove riferisce dell’omaggio, è
conservata al Museo Filangieri (Archivio B, Mazzo 5, fasc. 17): è citata in M. D’Agostini
(a cura di), Gaetano Filangieri e Benjamin Franklin: tra l’illuminismo giuridico italiano e
la Costituzione americana, Ambasciata d’Italia, Washington, 2011, p. 20.
17 Sulla Société d’Auteuil si veda anche J.P. de Lagrave, M.T. Inguenaud, David
Smith (eds.), Madame Helvétius et la Société d’Auteuil, Voltaire Foundation- Liverpool
University Press, Oxford, 1999.
18 Si veda il «Journal des débats et de la correspondance de la Société des Jacobins»,
315, 9 décembre (1792), p. 1, che riassume rapidamente l’episodio di due giorni prima
senza menzionare il nome di Pio.
19 La strada aperta da M. Vovelle, Théodore Desorgues ou la désorganisation. Aix-
Paris, 1763-1808, Seuil, Paris, 1985, non è purtroppo stata seguita da molti studiosi. Il
problema non ci pare risolto, nonostante premesse molto interessanti, dagli studi di
Jonathan Israel culminati con Revolutionary Ideas cit., che calano sulle vicende rivolu-
zionarie uno schema interpretativo (le tre rivoluzioni rivali) fondato su una ricezione
selettiva della storiografia esistente e troppo meccanico per rendere pienamente conto
delle complessità delle realtà personali, intellettuali e politiche di quegli anni. Il dibattito
storiografico sull’opera di Israel ha raggiunto toni polemici probabilmente eccessivi. Una
riflessione equilibrata l’ha condotta dopo i primi volumi di Israel sull’illuminismo radi-
cale A. Lilti, Comment écrit-on l’histoire intellectuelle des Lumières? Spinozisme, radicali-
sme et philosophie, «Annales HSS», 1, janvier-février (2009), pp. 171-206.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)