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Un napoletano nella Rivoluzione francese: appunti per una biografia di Luigi Pio   141


                    Parny, La guerre des dieux anciens et modernes, una spietata satira
                    che dipinge uno scontro per il potere tra le divinità antiche e le figure
                    centrali  del  cristianesimo.  Quest’opera  aveva  successo  in  quel  mo-
                    mento (sei edizioni in un anno), ma sarebbe ben presto stata conside-
                    rata scandalosa e da censurare, divenendo con la Restaurazione un
                    simbolo dell’empietà della Rivoluzione .
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                       Scopriamo il progetto di Pio grazie a una lettera del 10 germinale
                    anno VII (30 marzo 1799) pervenuta al Bureau d’encouragement des
                    lettres del Ministero dell’interno . Si tratta di un sollecito in cui Pio
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                    ricorda di essere in attesa di una risposta alla richiesta di un finan-
                    ziamento per l’esecuzione di quella traduzione, che egli aveva fatto per-
                    venire allo stesso ufficio alcuni giorni prima per il tramite di Jacques
                    Antoine Dulaure. Dulaure, giornalista rivoluzionario, deputato al Con-
                    siglio dei Cinquecento con incarichi in materia di istruzione pubblica,
                    era un politico su posizioni relativamente indipendenti, il quale aveva
                    evitato  il  peggio  del  Terrore  espatriando  per  un  breve  periodo  in
                    Svizzera .
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                       Pio poteva averlo conosciuto nei primi anni della Rivoluzione nel
                    distretto dei Cordiglieri o al Club dei giacobini. Non meno significativo
                    era il profilo intellettuale di Dulaure, storico dei culti antichi. Notoria-
                    mente anticlericale e critico beffardo delle gerarchie sociali d’Antico
                    regime  già  da  prima  della  Rivoluzione,  Dulaure,  raccontava  Daniel
                    Mornet, leggeva i philosophes di nascosto dai genitori sin da ragazzo .
                                                                                      30
                    Fu inserito da Jerôme Lalande – per la sua opera del 1805 Des cultes
                    qui ont précédé et amené l’idolatrie  – nel Second Supplément al Dic-
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                    tionnaire  des  athées  stampato  in  maniera  semiclandestina  dopo  la


                    parvenus. Autour de Médiocre et rampant de Louis-Benoît Picard, in M. Poirson (ed.), Le
                    théâtre sous la Révolution, Politique du répertoire (1789-1799) Desjonquères, Paris, 2008,
                    pp. 227-246.
                       27   L’edizione  critica  moderna  è  E.  Parny,  La  guerre  des  dieux,  ed.  J.C.  Lemaire,
                    Champion, Paris, 2002. Su Parny, si veda C. Seth, Évariste Parny, 1753-1814: Créole,
                    révolutionnaire, académicien, Hermann, Paris, 2014. Sulla sua fama di empietà nell’Ot-
                    tocento, E.J. Mannucci, Finalmente il popolo pensa cit., pp. 289-290.
                       28  Pio, auteur d’une traduction de la Guerre des dieux, 16 germinal an VII (5 avril
                    1799), Anf, F/17/1215, dr. 4, Pièces 128-188 [1619]. Si noti bene che la data indicata
                    nell’inventario è da correggere: la lettera è del 10 germinale, non del 16 (una lettura
                    erronea dovuta all’occhiello con cui è scritto lo zero), come conferma la data dell’anno-
                    tazione dell’ufficio ricevente in alto a destra: 12 germinale.
                       29  L’espatrio è raccontato in J.-A. Dulaure, Mémoires de Dulaure, avec une Introduc-
                    tion par M. L. De la Sicotière, Poulet-Malassis, Paris, 1862.
                       30  D. Mornet, Les origines intellectuelles de la Révolution française, 1715-1787 (1933),
                    La Manufacture, Lyon, 1989, ed. électronique Université du Québec, 2006, p. 603.
                       31  J.-A. Dulaure, Des cultes qui ont précédé et amené l’idolatrie, ou l’adoration des
                    figures humaines, Fournier frères, Paris, 1805: l’opera è in dialogo costruttivo con la più
                    nota Origine de tous les cultes di Charles Dupuis, protetto di Lalande e critico radicale
                    delle religioni.


                                                  Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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