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Un napoletano nella Rivoluzione francese: appunti per una biografia di Luigi Pio 145
conoscere sul suo conto. Uno dei compiti è quello di collegare non solo
prospettive specialistiche diverse, tra studi italiani, francesi e persino
americani, ma anche frammenti di informazioni che finora sono rima-
sti confinati in quadri diversi, in compartimenti stagni, dalle corri-
spondenze dei Padri fondatori statunitensi a una ormai dimenticata
aneddotica ottocentesca sulla Rivoluzione.
Due questioni, a monte e a valle del periodo meglio conosciuto della
presenza politica pubblica di Pio nella Parigi tra il 1790 e il 1794, ap-
paiono ancora virtualmente inesplorate: in primo luogo, come sviluppò
idee rivoluzionarie il segretario di legazione napoletano? Non pare suf-
ficiente dare quasi per scontato, come faceva Alessandro Cutolo, che
l’impegno rivoluzionario altro non fosse che un naturale sviluppo di
idee «se non proprio rivoluzionarie, certo assai libere» acquisite già
prima dell’arrivo a Parigi e strettamente associate alla sua apparte-
nenza massonica . In secondo luogo, come visse o sopravvisse Pio con
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la sua reputazione di estremista dopo Termidoro, in una Parigi ormai
cambiata e da anziano, sotto Napoleone e sotto la Restaurazione?
Ripartiamo però dal problema ancora aperto delle informazioni bio-
grafiche essenziali.
3. La questione delle date di nascita e di morte
Quando Luigi Antonio Pio giunse a Parigi, all’inizio del 1781, era
già al servizio del re di Napoli (alla Segreteria di Stato) da tempo: più
di dieci anni, come ebbe a ricordare in più occasioni. A Napoli gli scri-
veva il dotto riminese Giovanni Bianchi – Iano Planco – a fine dicembre
1769 . D’altra parte, non si sa se Pio fosse nato suddito napoletano:
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probabilmente no, ma ogni ipotesi si basa su notizie vaghe, ripetute
da persone che lo avevano in antipatia, a partire dal ministro Vergen-
nes, secondo il quale Pio prima di arrivare a Napoli era stato ragazzo
di bottega in una libreria di Firenze.
Secondo Philippe Fabre d’Eglantine, Pio era nato a Comacchio: il
giornalista e deputato che sarebbe finito ghigliottinato con i dantonisti
lo affermava in una nota trovata tra le sue carte al momento dell’arre-
sto nel gennaio 1794. Era una bozza di articolo dove presentava il
42 A. Cutolo, Da diplomatico a giacobino cit., pp. 396-397.
43 G.L. Masetti Zannini, Antichità classiche, scienze naturali e cortesie nel carteggio
tra Giovanni Bianchi (Iano Planco) e Bernardo Tanucci, in R. Aiello, M. D’Addio (a cura
di), Bernardo Tanucci, statista, letterato, giurista, Atti del convegno internazionale per il
Secondo centenario (1783-1983), Iovene, Napoli, 1986, vol. II, p. 542. Bianchi gli scri-
veva: «Godo di sentire che sia nell’amena Partenope, ora metropoli di due Regni (…)», ciò
che potrebbe forse essere letto a smentita della nascita napoletana di Pio.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)