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Mercanti e banchieri fiorentini a Palermo nel secolo XVII... 45
banchieri operanti in città, tra cui i connazionali . La comunità dei
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toscani, per quanto esigua, costituiva una vera e propria rappresen-
tanza nazionale con un suo console, quell’anno Alemanno Ughi .
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Per il pregresso rapporto di fiducia con Simone Zati ‒ appena giunto a
Palermo ‒ costui lo aveva designato suo sostituto nella carica, seppure
per il breve tempo di due mesi .
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Nella contrada dell’Olivella, a poca distanza da dove era andato ad
abitare il nostro fiorentino, si stava completando la magnifica e mo-
derna fabbrica della chiesa di Sant’Ignazio martire (1598-1624), offi-
ciata dagli Oratoriani. La comunità religiosa era guidata da padre Pie-
tro Pozzo, un sacerdote palermitano entrato a far parte a Roma del
sodalizio di Filippo Neri (1515 –1595), già rettore della chiesa nazio-
nale di San Giovanni dei Fiorentini e fondatore della Congregazione
dell’Oratorio di Santa Maria in Vallicella . La chiesa, sebbene ancora
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un cantiere, era il luogo di culto in città maggiormente frequentato
da influenti famiglie di mercanti e banchieri, in maggior parte “stra-
nieri” . I Conte, i Colnago, i De Gasano, i Curti, i Castelli, e i Pilo
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Calvello vi avevano acquistato il diritto di sepoltura. Oltre a queste
famiglie di origine ligure e lombarda, a maggior ragione anche i toscani
si legarono alla chiesa oratoriana . All’ombra del luogo sacro, costoro
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56 In data 16 dicembre 1619 si regista in ingresso alla Porta della Doganella «unze
mille di moneta di argento» a nome di Simone Zati, somma spedita da Tommaso Man-
nelli e compagni da Messina con le galere di Malta e diretta a Giovanni Peri di Firenze,
Asp, Secrezia di Palermo, vol.1616. Dalla documentazione archivistica consultata
traiamo il seguente elenco di nomi: Peri Maria Aghati (Agiati), Fortunio Arrighetti, Be-
nedetto Biffoli, Lorenzo Betti, Bartolomeo Corsini, Giovanni e Antonio Carnesecchi, Co-
simo del Sera (De Sera), Giovanni Battista Dini, Vincenzo Francischi (Franceschi), Peri
Maria Garcini (Grazzini), Tommaso Mannelli, Ottavio Niccolini, Andrea Nicolai, Cosimo
Nasi, Baccio Pratacini, Flaminio e Benedetto Quaratesi, Peri Maria Rosselli (Rossetti),
Bartolomeo Steccuti (dello Steccuto), Alemanno Ughi, Simone Zati.
57 Nel 1593, in occasione dell’ingresso solenne delle reliquie di Santa Ninfa a Pa-
lermo, la nazione fiorentina finanziò la realizzazione di uno degli archi di trionfo eretti
lungo il percorso processionale, cfr. F. Baronio e Manfredi, De maiestate Panormitane
libri 4, Palermo 1630, liber tertius, p.14-19.
58 Asp, notaio Giovanni Luigi Blundo, vol.8588, 16 luglio 1612, cc.1693r-v.
59 Asp, notaio Giovanni Luigi Blundo, vol.8589, 22.10.1612, cc.389r-v.
60 Cfr. C. D’Arpa, Architettura e arte religiosa a Palermo: il complesso degli Oratoriani
all’Olivella, Caracol, Palermo 2012.
61 V. Abbate, La città aperta. Pittura e società tra Cinquecento e Seicento, in V. Abbate
(a cura di), Porto di Mare 1570-1670. Pittori e Pittura tra memoria e recupero, catalogo
della mostra (Palermo 30 maggio – 31 ottobre 1999), Electa, Napoli 1999, pp.43-52. Sul
ruolo dei mercanti stranieri in Sicilia nei secoli XVI e XVII cfr. C. Trasselli, Mercanti
forestieri nell’età moderna, in Storia della Sicilia, vol.VII, Napoli 1978, pp.163-182; O.
Cancila, Impresa redditi e marcato nella Sicilia Moderna, Palumbo, Palermo 1993.
62 L’edificio fu designato a luogo di sepoltura da Baccio Pratacini, nativo di Prato, (Asp,
notaio Giovanni Luigi Blundo, vol.8523, 23 luglio 1613, cc.2264r-2276v) e da Peri Maria
Aghati, cfr. Nota delle Sepolture e delle Persone ivi sepolte, e Famiglie Nobili e Civili alle quali
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)