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64 Massimo Bomboni
La nave, sinora pressoché non identificata, doveva essere la De
Groote Roode Hollandse Leeuw (Il Grande Leone Rosso d’Olanda), chia-
mata anche Hollandse Tuyn (il Giardino Olandese), costruita ad Am-
sterdam nel 1598. Era una delle navi più grandi fabbricate dalla Re-
pubblica fino a quel momento, dalla portata lorda di circa 1000 ton-
nellate e armata di 50 cannoni. Destinata a importanti imprese, l’Hol-
landse Tuyn era stata la nave ammiraglia di alcune spedizioni nelle
Indie Occidentali contro gli spagnoli . La sua vendita era stata decre-
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tata dall’Ammiragliato di Amsterdam poiché la grande stazza e il pro-
fondo pescaggio la rendevano poco pratica nelle acque basse olandesi.
Le descrizioni della sua imponenza, quale si evince dalle raffigurazioni
coeve di Hendrik Cornelisz Vroom e Jan Saenredam, dovettero impres-
sionare il granduca, fermamente deciso ad entrarne in possesso. Nello
stesso tempo, le stesse motivazioni alimentarono l’opposizione alla sua
vendita da parte delle autorità olandesi.
Forti dell’armamento e della superiore capacità di carico, dai mari
del Nord Europa questo tipo di imbarcazioni iniziò a farsi spazio anche
nel Mediterraneo, dove le leggere galee erano state dominanti sin
dall’antichità . Il Granducato di Toscana iniziò a dotarsi di navi da
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guerra ad alto bordo negli ultimi decenni del Cinquecento, talvolta co-
struendole nei propri arsenali, ma, più spesso, assoldando capitani
olandesi, inglesi e francesi al proprio servizio. A questi tentativi di mo-
dernizzazione della marina medicea contribuì principalmente l’inglese
Robert Dudley, conte di Warwick e corsaro che passò al servizio di
Ferdinando I nel 1607 .
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Il sospetto che la nave fosse destinata al servizio della Spagna mo-
tivò gli Stati Generali delle Province Unite ad ostacolarne la partenza,
chiedendo l’annullamento della vendita per urgenti necessità di
guerra. All’ostilità delle istituzioni olandesi si unì anche la reticenza
della corte inglese di concedere passaporti ed equipaggio a una nave
35 J.E. Elias, De vlootbouw in Nederland in de eerste helft der 17e eeuw, 1596-1655,
Noord-Hollandsche Uitgeversmaatschappij, Amsterdam, 1933, pp. 10-13; G.C.E. Crone,
Onze Schepen In De Gouden Eeuw, P.N. van Kampen & Zoon, Amsterdam, 1943, pp. 27-
30, 48-51, 65; B. de Groot, Dutch navies of the 80 Years’ War, 1568-1648 cit. pp. 18-19.
36 J. Glete, Warfare at sea, 1500-1650: maritime conflicts and the transformation of
Europe, Routledge, London; New York, 2000, pp. 84-6; K.E. Lane, Pillaging the empire:
global piracy on the high seas, 1500-1750, Routledge, Taylor & Francis Group, New York,
2016, pp. 84-7.
37 Robert Dudley, conte di Warwick (1573-1649), fu un navigatore e cartografo in-
glese al servizio della marina medicea dal 1607. Questi, stabilitosi a Livorno, realizzò
progetti avveniristici di vascelli per rafforzare la flotta granducale, non sempre con suc-
cesso. Sua principale opera fu L’Arcano del Mare, grande compendio di scienza navale
e cartografica, pubblicato a Firenze nel 1646. Su Dudley: C. Ciano, Roberto Dudley e la
scienza del mare in Toscana, ETS editrice, Pisa, 1987.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)