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328 Fabrizio D’Avenia
gini su Proto e Massimi . Quest’ultimo riuscì però a evitare che si
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avviassero quelle nei suoi confronti e rientrò a Catania, dove morì
poco dopo (agosto 1633), mentre il vescovo di Agrigento «componió
con la Cámara [apostólica] en ocho mil ducados, y se volvió a su
Iglesia» , lasciando come unico imputato l’arcivescovo di Messina.
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La nomina del commissario apostolico Cellesi fu molto contrastata
e diede luogo a uno scontro tra i funzionari della Monarchia coinvolti
nella questione: da una parte il viceré Albuquerque e i ministri sici-
liani, in primo luogo il giudice della Regia Monarchia Pedro de Neyla,
nemico personale dell’arcivescovo di Messina; dall’altra l’ambascia-
tore ordinario a Roma, cardinale Borja, il presidente del Consiglio
d’Italia, conte di Monterrey (che dal 1628 al 1631 fu anche amba-
sciatore straordinario a Roma) , e il “viceré-ombra” di Sicilia, il po-
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tentissimo cardinale Doria (che con Borja era imparentato) . Era
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stato proprio quest’ultimo, sulla base di «avisos que se me embían de
Roma y de persona de consideración», a informare il valido Olivares
che «de aquella corte se ha determinado de embiar visitador apostó-
lico a este Reyno para toda la gente ecclesiástica, ansí para saver las
rentas ecclesiásticas del Reyno como para las costumbres personales
y administración de la justicia y gobierno» . Non ostante l’ambascia-
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tore Borja si lamentasse con Albuquerque dei gravi inconvenienti che
ciò avrebbe comportato per la giurisdizione del Tribunale della Regia
Monarchia, «el qual como a V.E. es tan notorio es aquí [en Roma] tan
odiosso y mal visto que harán quanto pudieren para deshazerle, o
por lo menos diminuirle», il viceré era costretto ad ammettere che a
lui come agli altri ministri del regno sembrava «necessario y forzoso
el visitador, y que sin él no podían tener castigo los excessos destos
prelados» .
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57 Le diocesi di Martirano e di Oppido, cosi come quella di Capri menzionata per la
controversia catanese del 1587, ricadevano nei confini del regno di Napoli e non erano
naturalmente soggette al regio patronato, ma direttamente alla Santa Sede.
58 Discurso, c. 11r.
59 Á. Rivas Albadalejo, La embajada extraordinaria del VI conde de Monterrey en
Roma (1628-1631). Instrumentos de delegación del poder real y líneas generales de su
actuación política, in D. Aznar, G. Hanotin, N.F. May (eds.), À la place du roi. Vice-rois,
gouverneurs et ambassadeurs dans les monarchies française et espagnole (XVI e -XVIII e
siècles), Casa de Velázquez, Madrid, 2015, pp. 87-110.
60 F. D’Avenia, Giannettino Doria cit., pp. 78, 139.
61 Ags, Sp, libro 722, cc. 279v-280v, cardinale Doria a Olivares (Palermo, 13 luglio
1630).
62 Ivi, cc. 274r-278r, consulta del Consiglio d’Italia (Madrid, 30 settembre 1630).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)