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324 Fabrizio D’Avenia
dal suo titolo in un Discurso anonimo redatto in occasione di alcune
controversie scoppiate all’inizio degli anni ’30 del ’600 in tre diocesi
(Messina, Catania e Agrigento), «en el qual se muestran las utilidades
que saca Roma, y jurisdicción que gana, y los perjuicios que se siguen
a la Magestad del Rey N.S. y como Rey y como Patrón, y como legado
nato, y a su Legacía en dicho Reyno» .
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I primi casi citati nel documento risalgono in realtà già al secolo pre-
cedente: nel 1531 un commissario era stato inviato da Roma per racco-
gliere informazioni contro il vescovo di Siracusa, mentre nel 1587 il ve-
scovo di Capri, Francesco Luparolo, era stato nominato vicario della dio-
cesi di Catania con un salario di 400 scudi d’oro e diritto di residenza nel
palazzo episcopale . La ragione del secondo provvedimento era quella di
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incunearsi nella dura disputa sul governo della diocesi (usurpazione di
giurisdizione e rendite) che da anni vedeva opposti il vescovo titolare, Vin-
cenzo Cutelli (1577-89), e il suo vicario Matteo Saminiati. I due si erano
appellati per la soluzione delle controversie a Roma e non alla Regia Mo-
narchia, come avrebbero dovuto in forza della Legazia apostolica. Nel frat-
tempo la situazione era infatti precipitata con una escalation di arresti
arbitrari praticati da chierici armati, scomuniche, insulti e accuse infa-
manti , come quelle lanciate contro lo stesso Saminiati «de haver stru-
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pado monjas y cometido el pecado nefando» . Nello stesso rescritto pa-
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pale della nomina di Luparolo si richiedeva la presenza a Roma del
vescovo Cutelli «por quitar ocassión de mayores inconvenientes» .
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Di fatto si sostituiva fisicamente un prelato nominato da Filippo II
con un altro scelto dal papa .
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Fu tuttavia nei primi anni del secolo seguente (1601-04) quando si
scatenò un sistematico attacco al patronato regio da parte di Roma,
con ben 7 diocesi su 9 nelle quali la Santa Sede tentò, a volte con
successo, di introdurre vicari apostolici, approfittando di una fortu-
nata coincidenza di eventi: due vescovi assenti (Agrigento e Monreale),
rispettivamente residenti a Madrid e a Roma, dove il secondo fu creato
poco dopo cardinale e bibliotecario vaticano ; tre sedi vacanti
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37 Ags, Sp, leg. 1510, s.d. ma 1632, da qui in avanti Discurso.
38 Ivi, esecutoria di nomina di vicario apostolico (Palermo, 30 aprile 1587).
39 Ivi, decreto di scomunica del vicario Saminiati (Catania, 21 gennaio 1585); vescovo
di Catania ai vicari foranei (Catania, lo stesso giorno); vicario Saminiati ai giurati di
Catania e ai giurati e clero di San Filippo (Catania, 24 e 25 gennaio 1585).
40 Ivi, Cifuentes de Heredia, presidente del Tribunale della Gran Corte, al conte di
Briatico, presidente del regno (Catania, 1 e 8 febbraio 1585), ma cfr. anche conte di
Briatico a Filippo II (Messina, 14 febbraio 1585).
41 Ivi, viceré Alba de Liste a Filippo II (Palermo, 5 maggio 1587).
42 Sul conflitto tra il vescovo Cutelli e l’oligarchia locale, cfr. L. Scalisi, Obbedientis-
sime ad ogni ordine. Tra disciplina e trasgressione: il monastero di Santa Lucia di Adrano.
Secoli XVI-XVIII, Domenico Sanfilippo Editore, Catania, 1998, pp. 48-55.
43 «Y que el [arzobispo] de Monrreal se venga, que ya es escandalo intolerable que su
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)