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246 Patrizia Sardina
farlo in modo composto, senza mostrare platealmente il proprio dolore.
Nel De solemnitatibus nuptiarum si coglie una differenza tra le donne
al primo matrimonio e le vedove che si risposavano, poiché si vietava
di festeggiare le nozze di notte «nisi nubentes sint viduae», quindi, solo
le vedove potevano andare in chiesa e poi tornare a casa di notte .
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Anche a Firenze per la vedova «l’intero processo nuziale era come in
versione ridotta», perché si risposava «senza cerimonie pubbliche», di
notte, in silenzio, con discrezione .
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3. Le nobili vedove di Palermo tra cielo e terra
Per le nobili vedove la fondazione di monasteri e cappelle era, al
contempo, un investimento per l’aldilà e un modo di perpetuare la me-
moria familiare e personale . Emblematico il caso di Agnese da Mosto,
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vedova del doge Antonio Venier, che dettò tre testamenti. Nel 1401
chiese di essere sepolta nella tomba dei Venier, nella chiesa dei Santi
Giovanni e Paolo. Nel testamento del 1403 e in quello del 1410 ordinò
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di seppellirla in una tomba individuale, sotto quella del marito o il più
vicino possibile, poiché con il tempo «her conviction about memoriali-
zing herself grew more resolute». Si trattava di un’innovazione. Basti
ricordare che, in due tombe dei dogi poste nella stessa chiesa, le do-
garesse sono raffigurate inginocchiate dietro il marito con l’abito delle
vedove a lutto . La tomba di Agnese fu posta più in basso di quella
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del marito, come da lei richiesto. Il monumento è sormontato da
Sant’Agnese, incoronata e con la spada. Fu la prima veneziana che
commissionò una tomba a muro individuale per distinguersi dal ma-
rito e lasciare memoria di sè .
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Nell’Inghilterra del Quattrocento Margaret Paston scelse di essere
seppellita nella chiesa di Mautby, dove riposavano molti antenati, an-
ziché nella tomba del marito, segno della sua complessa identità .
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55 Ivi, p. 92. Potevano portare al massimo 12 ceri, sei dello sposo e sei della sposa.
56 C. Klapisch-Zuber, Matrimoni rinascimentali cit., p. 143.
57 S. Fink De Backer, Constructing Convents in Sixteenth-Century Castile: Toledan
Widows and Patterns of Patronage, in A. Levy, (a cura di), Widowhood and Visual Culture
cit., pp. 183-184.
58 H.S. Hurlburt, Individual Fame and Family Honor: The Tomb of Dogaressa Agnese
da Mosto Venier, in A. Levy, (a cura di), Widowhood and Visual Culture cit., pp. 130-135.
Sull’argomento, cfr. S. D’Ambrosio, Monumento funebre della dogaressa Agnese da Mo-
sto, di Petronilla de Tocco e Orsola Venier, in G. Pavanello (a cura di), La basilica dei
Santi Giovanni e Paolo, Marcianum Press, Venezia, 2012, pp. 67-75.
59 H.S. Hurlburt, Individual Fame cit., p. 139.
60 Ivi, pp. 141-144.
61 H. Leyser, Medieval Women cit., p. 175 (1482).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)