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Tra cielo e terra: la condizione vedovile a Palermo nel tardo medioevo   247


                       In Sicilia le ricche vedove di conti e cavalieri, animate dalla volontà
                    di assicurarsi messe di suffragio e di tenere viva la memoria propria e
                    dei loro cari, potevano fondare cappelle e monasteri grazie alla loro
                    indipendenza economica .
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                       Il legame tra le nobili vedove di Palermo e i Domenicani è attestato
                    dalla fondazione di Santa Caterina, che nei secoli XIV e XV fu il più
                    ricco monastero femminile della città. Benvenuta, figlia del cavaliere
                    Ruggero Mastrangelo e vedova di Guglielmo Aldobrandeschi, conte di
                    Santa Fiora, priva di figli, fece testamento il 13 settembre 1310 e affidò
                    ai Domenicani il compito di fondare un «monasterium totum monia-
                    lium», cui donò tutti i beni che possedeva a Palermo, Sciacca, Trapani,
                    Salemi. Da “buona vedova”,  legò 1.000 onze per l’anima sua e del
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                    marito, in particolare, 150 a orfane e fanciulle povere, 100 per vestire
                    uomini  e  donne  indigenti,  100  per  il  pellegrinaggio  in  Terrasanta.
                    Scelse di essere sepolta a San Domenico, nella cappella di Sant’Orsola,
                    e poi trasferita nel nuovo monastero. I Predicatori ebbero 90 onze, le-
                    gati individuali andarono a quattro frati che funsero da testimoni, a
                    frate Filippo de Messana, esecutore testamentario, e al vice priore Gra-
                    matico . Benvenuta fu condizionata dai frati a lei vicini in vita e in
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                    punto di morte, poiché i Mendicanti esortavano i fedeli a dettare al
                    notaio le ultime volontà, assistevano alla redazione del testamento e
                    vigilavano sul suo rispetto . Scomparsa Benvenuta, proseguì il pro-
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                    getto la madre Palma, vedova di Ruggero Mastrangelo, che fece testa-
                    mento il 10 ottobre 1310 per provvedere all’anima sua, del marito e
                    della figlia. Donò ai Domenicani 315 onze per la fabbrica della chiesa
                    e del convento, 24 salme di frumento e 40 di vino annue. Scelse come
                    esecutori testamentari frate Filippo de Messana e il priore Giovanni de
                    Castro. Voleva essere sepolta a Sant’Orsola, con l’abito dei Predicatori.
                    Lasciò denaro agli ospedali cittadini, ai monasteri femminili e agli altri
                    conventi mendicanti. Legò 50 onze al pellegrinaggio in Terrasanta, 100
                    per fare 150 tuniche per i poveri, 100 per le nozze delle orfane e di
                    altre fanciulle bisognose. Memore della sua famiglia di origine, chiese
                    di celebrare messe per i genitori .
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                       62  P. Sardina, Forme di patrocinio, carità e fondazioni religiose femminili in Sicilia fra
                    XIII e XIV secolo, in H. Gallego Franco, M. Del Carmen García Herrero (a cura di), Auto-
                    ridad, poder e influencia. Mujeres que hacen historia, Icaria Editorial, Barcelona, 2017,
                    vol. II, p. 813.
                       63  T. Kuehn, Figlie, madri, mogli e vedove. Donne come persone giuridiche, in S. Seidel
                    Menchi, A. Jacobson Schutte, T. Kuehn (a cura di), Tempi e spazi di vita femminile tra
                    medioevo ed età moderna, Il Mulino, Bologna, 1999, pp. 458-460.
                       64  Asp, Crs, S. Caterina, perg. 1.
                       65  M. Lauwers, La mémoire des ancêtres, le souci des morts, Beauchesne, Paris, 1996,
                    pp. 415-425.
                       66  Asp, Crs, S. Domenico, reg. 62, perg. 1.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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