Page 27 - Rivista58_BR_con_cop
P. 27
Tra cielo e terra: la condizione vedovile a Palermo nel tardo medioevo 253
Playa, avvocato di Francesca, sostenne che le sentenze emanate dalla
Magna Regia Curia, dalla Sacra Regia Coscienza e dal Sacro Regio
Consiglio erano nulle, ma il viceré diede ragione a Margherita, quindi,
la vedova di Bernardo Perollo avrebbe potuto fare causa a Francesca.
A 27 anni dalla morte del marito, la vedova continuava a lottare per i
suoi diritti, supportata da parenti e noti avvocati .
86
4. Le vedove di mercanti e notai tra gestione finanziaria e tutela
dei minori
Il mecenatismo religioso non era prerogativa delle nobili vedove. Nel
1368 Palma, moglie del mercante Giacomo de Francisco, incaricò il
figlio di costruire una cappella a San Domenico, «prout dicto suo he-
redi videtur». Voleva essere sepolta nella tomba dei figli defunti e legò
un’onza annua per celebrare messe «semper et in perpetuum», ma la
scelta di affidare all’erede gli aspetti estetici dell’opera mostra che il
suo sguardo era rivolto al cielo più che alla terra .
87
Sotto alcuni aspetti, la Palermo del Trecento era simile a Genova,
città mercantile aperta al mondo, dove la vedova che non si risposava
poteva restare nella casa maritale, diventare usufruttuaria del patri-
monio, «administratrix et salvatrix bonorum», gestire i beni dei figli
minorenni, come esecutrice testamentaria e tutrice, vendere e com-
prare beni, prendere e dare in prestito denaro, adoperarsi per incre-
mentare la dote di figlie e nipoti. Tuttavia, era raro trovare vedove di
Palermo simili ad «abili uomini d’affari impegnati nel mondo mercan-
tile», o che svolgevano attività considerate maschili, come le vedove
genovesi. Inoltre, nei testamenti, i mercanti di Palermo non suggeri-
vano alle mogli di farsi rendicontare le attività e consegnare il lucro
quando stipulavano una società, come, invece, facevano quelli geno-
vesi .
88
Significativo il caso di Caterina, moglie del mercante Ruggero de
Conciatore ed erede universale del figlio Alafranco Gallo . Nel 1349
89
86 Ead., Giovanni Inveges e Calamonaci: un cavaliere incendiario e un feudo conteso
nella Sicilia del Quattrocento, in M. Pacifico, M.A. Russo, D. Santoro, P. Sardina (a cura
di), Memoria, storia e identità. Scritti per Laura Sciascia, Associazione mediterranea, Pa-
lermo, 2011, vol. II, pp. 810-819.
87 Asp, N, reg. 127, Bartolomeo de Bononia, cc. 53v-55v (5 febbraio 1376).
88 G. Petti Balbi, Donna et domina pratiche testamentarie e condizione femminile a
Genova nel secolo XIV, in M.C. Rossi (a cura di), Margini di libertà: testamenti femminili
nel medioevo, Cierre, Verona, 2010, p. 171.
89 Ignoriamo il legame di parentela con il genovese Alafranchino Gallo che tento
d’impiantare una fabbrica di panni nella città di Palermo. Cfr. L. Sciascia (a cura di),
Registri di lettere (1321-22 e 1335-36), Municipio di Palermo, Palermo 1987, (Acta Curie
Felicis Urbis Panormi, 6), docc. 15, 16, 17, 29, 36.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)