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254 Patrizia Sardina
Ruggero, procuratore di Caterina, ricevette da Giovanni Aldobrandini
le 25 onze che Obberto Aldobrandini aveva legato ad Alafranco ed
erano state, poi, ereditate da Caterina . Nel 1351 il mercante seguì la
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causa mossa dalla moglie a Giovanni Aldobrandini, per la richiesta di
150 onze . La città di Palermo appaltò a Ruggero l’abbeveratoio
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grande della conceria e gli affidò la raccolta dei diritti dell’uva. Il mer-
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cante morì nel 1351 , dopo avere nominato la figlia Luckina e il figlio
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che Caterina aspettava eredi universali, la moglie tutrice . La Magna
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Regia Curia confermò la tutela, con un decreto che avrebbe consentito
a Caterina di amministrare i beni dei minori e di poterli rappresentare
in giudizio . La vedova fece subito redigere l’inventario e obbligò il
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mercante Aloisio de Notario Nicolao a versarle entro due mesi le 20
onze dovute per i panni che aveva acquistato. La riscossione del cre-
dito si protrasse per mesi e Caterina ricorse al rito della Magna Regia
Curia per ottenere il saldo, liquidato il 18 agosto 1351, insieme alle
spese legali . In qualità di tutrice, la vedova conteggiò con Giovanni
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de Puliers il frumento che costui avrebbe dovuto consegnare al defunto
marito, dopo avere fatto ispezionare e leggere il quaternum di Ruggero
in presenza del notaio. Inoltre, restituì a Giovanni un copricapo fem-
minile d’oro, preso in pegno dal marito . La più grande scommessa fu
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tenere in piedi la bottega. Nel 1352 Caterina diede 100 onze al mer-
cante Costanzo Simplex che s’impegnò a investirle a Palermo, nella
compravendita di panni, e a restituirle entro due anni, in denaro «et
non in aliis rebus». L’affitto della bottega si doveva pagare a metà, tutte
le spese dovevano essere effettuate dal socio, eccetto «expensas cassie
et sansarie». Costanzo avrebbe dovuto presentare i rendiconti e dare
alla vedova il capitale investito e due terzi del lucro. Se Caterina avesse
voluto indietro le 100 onze prima dei due anni, egli le avrebbe dovute
restituire entro tre mesi. L’operazione andò in porto, perché nel 1356
Caterina affermò che il socio le aveva reso il denaro e corrisposto la
percentuale di guadagno pattuita . La vedova dichiarò che Costanza,
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90 Asp, Sn, 15N, Enrico de Citella, cc. 41v-43r. Il mercante prestò il denaro a Tom-
maso de Lucca.
91 C. Bilello, F. Bonanno, A. Massa, Registri di lettere (1350-1351), Municipio di Pa-
lermo, Palermo 1999, (Acta Curie Felicis Urbis Panormi, 9), doc. 25.
92 C. Bilello, A. Massa, Registri di lettere (1348-49 e 1350), Municipio di Palermo,
Palermo 1993, (Acta Curie Felicis Urbis Panormi, 8), doc. 152.
93 C. Bilello, F. Bonanno, A. Massa, Registri di lettere (1350-1351) cit., doc. 108.
94 Asp, N, reg. 119, Bartolomeo de Bononia, cc. 26r-27r.
95 B. Pasciuta, In Regia Curia civiliter convenire, G. Giappichelli Editore, Torino,
2003, p. 232.
96 Asp, N, reg. 121, Bartolomeo de Bononia, cc. 11r-12r (1° novembre 1351).
97 Asp, N, reg. 119, Bartolomeo de Bononia, cc. 18v-19r.
98 Ivi, cc. 27r-28v.
99 Ivi, cc. 63v-64r.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)