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                   La fiducia dei mercanti nelle vedove è testimoniata dal caso del pro-
                vidus  vir  Francesco  Hughecto,  che  nel  1361  scelse  la  moglie  Cara-
                donna come tutrice dei quattro figli minori. La vedova non si risposò e
                si avvalse del sostegno degli uomini di famiglia. Nominò procuratore il
                notaio Guglielmo de Maniscalco, marito della figlia Isabella 105 , per re-
                cuperare a Corleone un credito e il tenimento di case La Giminia nel
                territorio di Caltabellotta, «propter debilitacionem sexus et persone» 106 .
                Nel 1364, ipotecò mezza cortina nuova bordata di seta per ottenere un
                prestito 107 . Nel 1374 vendette una casa alla Kalsa col consenso dei
                figli: Eleonora, sposata con Gerardo de Cavalcanti, la moglie di Anto-
                nio de Iudice Fazio 108 , Aloisio, Giacomo, Michele, Simone, Ughetto e
                Lisabetta 109 . Nel 1370 il figlio Simone, mercante come il padre, prestò
                fideiussione a favore di Caradonna, che ottenne un prestito di 30 onze
                dai mercanti genovesi Giuliano de Mari e Lazzaro Spinola 110 .
                   Bartolomea, vedova del mercante Giacomo de Cisario, si dedicò alle
                vigne sue e delle figlie 111 , ma affidò al genero Bartolomeo de Granno,
                mercante, la vendita degli agrumi 112 . Per dotare Margherita, andata in
                sposa al mercante Nardo Gariolla 113 , nel 1349 vendette quattro vigne
                a Bartolomeo 114 . Inoltre, si occupò dell’oliveto suo e delle tre figlie, Al-
                tadonna, moglie di Simone de Pichulo, Giovanna e Suriana, muovendo
                causa ad Aloisio de Notario Nicolò, enfiteuta insolvente. Madre e figlie
                esercitarono il rito nuovo della Magna Regia Curia presso la Corte Pre-
                toriana di Palermo, tramite una persona legittima, sebbene l’enfiteuta
                avesse eccepito che l’oliveto si trovava a Monreale. Nel 1361 le donne
                dichiararono che il censo era stato pagato e Aloisio rinunziò all’ap-
                pello 115 .
                   Si poteva affidare la tutela del feto alla moglie incinta. Nel 1360 il
                mercante Giovanni de Neapoli nominò la seconda moglie Puldana tu-
                trice del figlio che attendeva, «donec viduytatem honestam servaverit».
                Se si fosse risposata sarebbe subentrato Pietro Paulillo, già tutore di
                Aloisia e Petruccio, figli di primo letto 116 . Dopo la morte di Giovanni,
                la  Corte  Pretoriana  attribuì  a  Pietro  il  ruolo  di  curator  ventris  di



                   105  Asp, N, reg. 399, Nicola de Brixia, c. 13v.
                   106  Asp, Sn, 45N, Bartolomeo de Bononia, cc. 1r-2v.
                   107  Asp, N, reg. 303, Pietro de Nicolao, c. 81r-v.
                   108  Asp, N, reg. 399, Nicola de Brixia, cc. 12v-13r.
                   109  Ivi, cc. 10v-12v.
                   110  Asp, N, reg. 126, Bartolomeo de Bononia, c. 118r-v.
                   111  Asp, N, reg, 79, Enrico de Citella, cc. 15r-v, 20v-21r, 30v-33r, 37v-38r, 46v-47r.
                   112  Ivi, cc. 47v-48r.
                   113  Ivi, c. 181r.
                   114  Ivi, cc. 180bis r e181v. Diedero il consenso le figlie Altadonna e Giovanna.
                   115  Asp, N, reg. 123, Bartolomeo de Bononia, cc. 72r-73r.
                   116  Asp, N, reg. 122, Bartolomeo de Bononia, cc. 144v-147r.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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