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Comportamenti sociali e attribuzioni simbolico-funzionali... 271
locali nei confronti del sovrano o dell’autorità feudale eventualmente
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titolare della città .
Anche la produzione normativa delle città meridionali si rivela solo
in minima parte, in grado di riflettere la complessità di quelle rappre-
sentazioni valoriali del vissuto comune all’interno dell’ambiente ur-
bano che pure dovettero essere elaborate dalla coscienza dei suoi abi-
tanti e che spesso, prima ancora che tra i dettati e le formule standar-
dizzate degli atti istituzionali, si scoprono espresse dai comportamenti
politici e nella prossemica stessa dell’agire sociale .
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1. Pluralità dei poli genetici nei processi di espansione
dell’abitato extra moenia
Per molti centri pugliesi, specie quelli costieri, i dati che attestano
una progressiva crescita dell’abitato all’esterno del nucleo di più an-
tica fondazione, si rendono disponibili già a partire dalla metà del XIII
secolo. Il trend è confermato dalla documentazione di piena età an-
gioina, nonostante i difficili anni della stabilizzazione del potere regio,
che in questa regione dovrà reprimere le resistenze più ostinate della
fazione filo-sveva , e malgrado le battute d’arresto segnate dalle
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11 M. Caravale, La legislazione statutaria dell’Italia meridionale e della Sicilia, in A.
Mattone, M. Tangheroni (a cura di), Gli statuti sassaresi. Economia, società, istituzioni a
Sassari nel Medioevo e nell’età moderna, Edes, Sassari, 1986, pp. 191-211; G. Vallone,
Riflessioni sull’ordinamento cittadino del Mezzogiorno continentale, «Rivista internazio-
nale di Diritto comune», 2 (1991), pp. 153-74, in seguito in Id., Feudi e città. Studi di
storia giuridica e istituzionale pugliese, Congedo, Galatina, 1993, pp. 9-26.
12 G. Muto, Istituzioni dell' Universitas e ceti dirigenti locali cit., pp. 40-43; F. Sena-
tore, Le scritture delle Universitates meridionali. Produzione e conservazione, in I. Lazza-
rini (a cura di) Scritture e potere. Pratiche documentarie e forme di governo nell’Italia
tardomedievale (XIV-XV secolo), «Reti medievali Rivista», 9 (2008), (http://www.sto-
ria.unifi.it/_RM/rivista/saggi/Senatore_08_01.htm).
13 P.F. Palumbo, Terra d'Otranto fra gli svevi e gli angioini e l'assedio di Gallipoli,
«Studi storici salentini», 11 (1958), pp. 56-87. I dati restituiti per i primi decenni del XIV
sec. dalle cedule taxationis (cfr. C. Minieri Riccio, Notizie storiche tratte da 62 Registri
angioini dell’Archivio di Stato di Napoli, Rinaldi e Sellitto, Napoli, 1877, pp. 195-211)
censiscono tra Terra di Bari, Terra d’Otranto e Capitanata 416 università. La Terra
d’Otranto presenta il maggior numero di insediamenti con 209 unità, seguita dalla Ca-
pitanata con 152 unità e dalla Terra di Bari con sole 55 università. Queste ultime però,
presentano un ammontare maggiore della tassazione, e per questo dovevano presumi-
bilmente essere le più popolose. Tra di esse spiccano Trani e Barletta che superano le
500 once annuali. Tra le 500 e le 200 once si collocano Bari, Bisceglie, Giovinazzo,
Gravina, Monopoli. In Terra d’Otranto nessun centro supera 500 once. Taranto e Brin-
disi si collocano tra le 500 e le 200 once. Solo Nardò, Castellaneta, Ostuni versano tra
le 200 e le 100 once. Tutti gli altri insediamenti che possono essere considerati poco più
che villaggi rurali, sono al di sotto delle 50 once.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)