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274 Rosanna Alaggio
che individua proprio in quei tracciati gli assi viari principali, definiti
in maniera ricorrente dalla documentazione, come platee, rughe, o rue,
strate magistre o anche magne.
Già nel 1267 Carlo I d’Angiò concesse alla comunità di Barletta di
avanzare in direzione sud-orientale il tratto della cinta muraria citta-
dina perché fosse aggregato all’abitato il suburbio que dicitur Cambi e
con esso il monastero femminile dei Santi Simeone e Giuda. Gli abi-
tanti avrebbero ottenuto contestualmente il permesso di costruire
nuove abitazioni nello spazio tra il vecchio e il nuovo tratto della cinta
muraria . Diversi altri interventi della prima età angioina fanno risal-
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tare la crescita edilizia in questa città a forte vocazione mercantile,
contraddistinta in aggiunta dalla presenza di fondazioni monastiche
d’Oltremare che avrebbero catalizzato le linee dell’espansione urbana
coinvolgendo gli abitanti nella gestione dei rispettivi patrimoni immo-
biliari, spesso costituiti proprio da lotti edificabili, e dando vita ad al-
trettanti nuclei suburbani che nel tempo sarebbero diventati parte in-
tegrante della città .
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In particolare il comparto posto a sud del nucleo altomedievale sa-
rebbe stato connotato dallo sviluppo di una grande arteria, la “platea”,
diventando il fulcro intorno al quale si sarebbero concentrate le ulte-
riori fasi di crescita e articolazione della trama dell’abitato . Ricordata
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in due Capitoli della Bagliva cittadina, redatti intorno alla metà circa
del XIV secolo, la platea era caratterizzata da una considerevole con-
centrazione di attività commerciali e manifatturiere. I contenuti delle
disposizioni baiulari sono infatti specificamente destinati a: «mercato-
res, aromatarii, spetiarii, stacionarii, sartores, scarparii, cordanerii,
sandalarii, Malfittani artistes, artifices, pensionarii, ypotecarii, maga-
zinerii, patroni et persone alie cives vel advene habitatores morantes
di studio sull'alto Medioevo (Savelletri di Fasano BR, 3-6 novembre 2011), Centro Ita-
liano di Studi sull’alto Medioevo, Spoleto, 2012, pp. 87-104.
22 S. Loffredo, Storia della città di Barletta, Tipografia Vecchi, Trani 1893, vol. II, p.
309; N. F. Faraglia, Il Comune nell’Italia meridionale cit., p. 283.
23 S. Loffredo, Storia della città di Barletta cit., pp. 138-140; Barletta crocevia degli
Ordini religioso-cavallereschi medioevali, Atti del Seminario di Studio (Barletta, 16 giugno
1996), Centro di Studi Melitensi, Taranto, 1997; D. Fiorella, La presenza degli Ordini
monastico-cavallereschi a Barletta, in M. Oldoni (a cura di), Tra Roma e Gerusalemme
nel Medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, Laveglia, Sa-
lerno, 2005, vol. II, pp. 409-433; K. Toomaspoeg, Gli ordini monastico-cavallereschi: ac-
quisizioni e nuove prospettive di indagine; H. Houben, I cavalieri teutonici a Barletta:
nuovi documenti e ulteriori considerazioni vent’anni dopo, in L. De Rosa, F. Panarelli, V.
Rivera Magos (a cura di), Tra Oriente e Occidente. Istituzioni religiose a Barletta nel Me-
dioevo (secoli XI-XV), Edipuglia, Bari, 2018, pp. 85-128.
24 A. Ambrosi, Una statua colossale nella città, in L. De Rosa, G. De Tommasi (a cura
di), Le due vite del Colosso. Storia, arte, conservazione e restauro del bronzo di Barletta,
Edipuglia, Bari, 2019, pp. 75-103, 85-88.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)