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                una forte impronta identitaria all’immagine che di queste città si po-
                teva percepire dall’esterno. Un segno forte, in gran parte ancora oggi
                tra gli elementi caratterizzanti la percezione spaziale di questi centri.
                Ma  la  concentrazione  di  unità  particellari,  a  volte  di  considerevole
                estensione, che si rese necessaria per realizzare domus palatiate, co-
                struite su più livelli, articolate in logge e torri, raccolte intorno ad una
                corte interna su cui si aprivano gli accessi a depositi e magazzini, ha
                realmente modellato il tessuto urbano influenzandone in maniera du-
                ratura lo sviluppo volumetrico.
                   Non si tratta soltanto di assecondare esigenze legate alle occupa-
                zioni economiche di queste famiglie, quanto della volontà di rappre-
                sentare  materialmente,  imponendo  il  proprio  gusto  estetico,  il  peso
                esercitato nell’organizzazione sociale e la capacità di influenzarne gli
                equilibri. In definitiva queste residenze costituivano una manifesta-
                zione fisica della preminenza sociale che avrebbe lasciato una traccia
                nella stessa toponomastica cittadina e che ha trovato espressione in
                maniera apodittica ancora una volta a Barletta . Qui il patrimonio
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                immobiliare cittadino dei della Marra, anch’essi di origini ravellesi e
                per più generazioni a capo di prestigiose funzioni nei ruoli della buro-
                crazia regia, era identificato ricorrendo all’espressione “Locus marren-
                sis”. Tra il XIV e XV sec. le case e i terreni di questa famiglia arrivarono
                ad occupare superfici ragguardevoli, articolandosi da un lato e dall’al-
                tro di un significativo segmento della platea magna .
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                4. Le sedi delle attività politico-amministrative

                   A confronto di queste dinamiche e relativamente ai processi di ca-
                ratterizzazione e rappresentazione del paesaggio urbano, la più lenta
                e diversificata evoluzione che avrebbe portato alla designazione delle
                sedi riservate alle attività dei governi cittadini, potrebbe apparire deci-
                samente marginale .
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                   65  C. Gelao, Puglia rinascimentale, Edipuglia, Bari, 2005; B. de Divitiis, Architecture
                and Social Mobility: New Approaches to the Southern Renaissance, in S. Carocci, I. Laz-
                zarini (a cura di), Social Mobility in Medieval Italy (1100-1500), Viella, Roma, 2018, pp.
                263-284, 271-276.
                   66  L. Derosa, I luoghi dei Della Marra a Barletta: palazzo Bonelli, in V. Rivera Magos
                (a  cura  di),  Una famiglia, una città. I Della Marra di Barletta nel Medioevo,  Atti  della
                Giornata di Studi (Barletta, 28 settembre 2013), Edipuglia, Bari, 2014, pp. 121-154; V.
                Rivera Magos, I Della Marra a Barletta, in Gli Amalfitani nella Puglia medievale cit., pp.
                201-220.
                   67  P. Terenzi, Le sedi dei poteri pubblici nelle città del Regno di Napoli (sec. XIV-XV),
                in S. Ballossino, R. Rao (a cura di), Ai margini del mondo comunale. Sedi del potere col-
                lettivo e palazzi pubblici dalle Alpi al Mediterraneo, All’Insegna del Giglio, Firenze, 2020,
                pp. 127-144.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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