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288 Rosanna Alaggio
governi cittadini di autodeterminarsi nella pianificazione della loro ge-
stione. Eloquente in questo senso il caso di Taranto, città a lungo in-
feudata, la cui popolazione, nonostante fosse fortemente limitata
nell’accesso allo sfruttamento delle risorse naturali dal prelievo e dalle
riserve principesche, riuscì comunque ad impedire che fosse sminuito
il valore d’utilizzo collettivo di un’area urbana ritenuta strategica per
l’economia locale.
Anche in altri esempi qui riportati la destinazione funzionale collet-
tiva assume una forte connotazione economica. Le aree di espansione
urbana, riflesso in gran parte di uno sviluppo mercantile, diventano
oggetto privilegiato delle attenzioni dei governi cittadini che tentano di
ottenerne forme di controllo, facendosi promotori della crescita del-
l’abitato intorno ai poli di aggregazione generati dallo sviluppo degli
scambi commerciali, tentando di disciplinarne l’uso o prevedendo spe-
cifici interventi manutentivi, investendovi risorse destinate all’edilizia
istituzionale o arrivando a realizzare costosi programmi di monumen-
talizzazione destinati ad imprimere un forte segno distintivo all’imma-
gine cittadina.
Un altro dato che emerge è però anche la pluralità di sub unità spa-
ziali, anch’esse di valore collettivo. Colonie mercantili, quartieri abitati da
minoranze religiose, comparti destinati all’installazione di particolari at-
tività produttive, interi settori influenzati, nell’organizzazione della trama
abitativa, dall’edilizia residenziale delle élites urbane. La coesistenza di
queste articolazioni interne non è certo una particolarità delle città co-
stiere della Puglia. Ma questi sottoinsiemi contribuirono a frammentare
la percezione della realtà fisica urbana in molteplici luoghi dell’apparte-
nenza creando uno scollamento tra l’esperienza fisica del vissuto e la ma-
turazione di una rappresentazione simbolico-funzionale omogenea della
realtà urbana nella sua interezza.
Se esiste dunque uno stretto legame tra “azione sociale e contesto
spaziale” 82 è anche vero che la percezione di tale contesto come bene
d’uso collettivo non può dipendere, alla fine, che dalle scelte politiche
che le istituzioni e le rappresentanze cittadine dialetticamente rie-
scono a porre in atto, pur nella disparità dei poteri, e proprio per sta-
bilirne il valore in risposta alle sollecitazioni degli abitanti.
82 T.F. Gieryn, A Space for Place in Sociology, «Annual Review of Sociology» 26 (2000),
pp. 463- 496.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)