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Comportamenti sociali e attribuzioni simbolico-funzionali... 287
Due sedi distinte ospitavano invece le adunanze delle due componenti
in cui si articolava la rappresentanza cetuale dei cittadini nella costi-
tuzione del governo: Gentilhomini e Populares, questi ultimi suddivisi
in «mercanti, meccanici ed artisti populari». Avevano le rispettive sedi
nel quartiere Baglio e in quello di San Pietro, nei pressi della catte-
drale . Mentre il quartiere Ponte, che prendeva nome dall’unico colle-
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gamento dell’abitato con la terraferma dal lato occidentale, rimaneva
il settore cittadino a più spiccata inclinazione marittima. Sviluppato
per buona parte su un versante del Mar Piccolo, vi trovavano comodo
svolgimento tutte le attività legate allo sfruttamento della pesca, molto
redditizia ancora in tempi recenti per le particolari condizioni geobati-
metriche di questo bacino interno ad alta biodiversità. La stessa zona
era ideale, proprio perché facilmente raggiungibile dalla terra ferma,
per gli scambi commerciali. Si trovava qui, quella platea publica, og-
getto, come abbiamo visto, di ripetuti tentativi di privatizzarne in parte
l’uso. Infine questo tratto di costa si prestava naturalmente al varo ed
all’alaggio delle imbarcazioni e quindi ad accogliere tutte le attività le-
gate alla costruzione e riparazione di imbarcazioni anche di notevoli
dimensioni .
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Considerazioni conclusive
Gli sviluppi descritti mettono in risalto lo stretto nesso tra destina-
zione funzionale di alcuni spazi urbani e l’attribuzione agli stessi di un
valore di uso collettivo. A quelle parti della città nelle quali si speri-
mentava la soddisfazione di esigenze relazionali o di necessità legate
allo svolgimento di attività produttive o di scambio commerciale, la
società urbana riconosceva un’utilità generalizzata e per questo non
sacrificabile agli interessi privati.
Sono dunque le pratiche sociali, i comportamenti reiterati nel
tempo di categorie e gruppi portatori di interessi molteplici, a produrre
una percezione diffusa e ampiamente condivisa di questi stessi ambiti
come patrimonio comune, proprio in quanto esperiti come risorsa es-
senziale nel soddisfare necessità e bisogni primari delle comunità ur-
bane, indipendentemente dalla loro titolarità o dalla capacità dei
80 R. Alaggio, Le pergamene cit., docc. LXVII-LXVIII, XCIX; R. Caprara, F. Nocco, M.
Pepe, O. Sapio, Libro Rosso di Taranto. Codice Architiano (1330-1604), Società di Storia
patria pugliese, Bari, 2014, (Codice Diplomatico Pugliese, XXXVIII), p. 15.
81 Cfr. infra; F. Porsia, M. Scionti, Taranto cit.; C., D’Angela, P. Massafra, La santa
visita di Lelio Brancaccio arcivescovo di Taranto: localizzazione e descrizione degli edifici
sacri, in F. M., De Robertis, M. Spagnoletti (a cura di), Atti del Congresso Internazionale
di studi sull’età del Viceregno (Bari, 7-9 ottobre 1972), Società di Storia patria pugliese,
Bari, 1977, pp. 297-401.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)