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Comportamenti sociali e attribuzioni simbolico-funzionali... 285
Ancora in età aragonese le stesse disposizioni regie imponevano di
custodire in un luogo sacro gli atti, i sigilli e la cassa dell’erario citta-
dino. Molte Università del Regno continuarono ad utilizzare per le riu-
nioni degli organi di governo e per le assemblee generali, le navate o i
sacrati di chiese madri e cattedrali . Non così per Bari che già alla
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fine del XIV secolo aveva scelto per la riunione dei suoi “Eletti” la
chiesa di Santa Maria della Misericordia, ubicata nei pressi della pla-
tea rerum venialium, lo stesso areale oggetto, nella seconda metà del
‘400, della supplica a Ferrante d’Aragona per ottenerne la piena dispo-
nibilità all’iniziativa edilizia cittadina . Non la cattedrale, dunque, né
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la basilica di San Nicola, che pure ci si sarebbe aspettato incarnasse,
meglio di qualunque altro sito, il sentimento di appartenenza ad una
comune tradizione storico-culturale in quanto sacrario delle reliquie
del santo patrono, ancora oggi cariche di una forte valenza identitaria
per gli abitanti di questa città . Uno degli organi esecutivi dell’Univer-
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sità aveva scelto piuttosto di riunirsi nella stessa area della platea ve-
nialium, ancora oggi P.zza del Mercato . La scelta ricadeva su di uno
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spazio alternativo, il nuovo e vitale baricentro dell’economia urbana,
nettamente distinto dalle sedi rappresentative delle due autorità reli-
giose, delle loro clientele e dei rispettivi interessi patrimoniali .
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La volontà di rimarcare una distanza dalle sedi di altri poteri operanti
in città, si manifesta anche a Trani, dove gli Eletti dell’Università scelgono
di non riunirsi più presso la cattedrale, come sembra sia avvenuto al-
meno fino alla metà del ‘300, ma nel Campo Langobardorum, davanti alla
chiesa di Santa Maria Annunziata, ancora una volta un sito posto non
lontano dalla Ruga Cambii e dagli approdi del litorale sud-orientale .
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Orientamenti analoghi si ritrovano a Barletta e a Monopoli relativa-
mente all’installazione di sediles, theatra ed altri edifici destinati alle
riunioni dei Consigli, dei gruppi ristretti dei diversi ceti o allo svolgi-
mento delle funzioni di ufficiali e magistrature cittadine . Il palazzo
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68 F. Faraglia, Il Comune nell’Italia meridionale cit., p. 159; F. Senatore, Le scritture
cit., p. 8; G. Vitolo, “In palatio Communis” cit.
69 Cfr. supra; F. Carabellese, La Puglia cit., pp. 189, 192, 202; M. Cannataro, Le
pergamene del Duomo di Bari (1343-1381), Società di storia patria pugliese, Bari, 1985
(Codice Diplomatico Pugliese, XXVIII), p. 70.
70 P. Belli D’Elia, La basilica di San Nicola di Bari, Congedo, Galatina, 1985; G. Ber-
telli, S. Maria que est episcopio: la cattedrale di Bari dalle origini al 1034, Edipuglia,
Bari, 1994.
71 G. Petroni, Della storia di Bari cit., vol. I, p. 510.
72 R. Licinio, Bari angioina, in F. Tateo, Storia di Bari cit., pp. 95-144; F. Porsia, Vita
economica e sociale, in F. Tateo, Storia di Bari cit., pp.189-227; P. Belli D’Elia, La basilica
di San Nicola cit.; G. Bertelli, S. Maria que est episcopio cit.
73 G. Vitale, Note di socio-topografia cit., pp. 75-77.
74 C. Massaro, Spazi pubblici e città nella Puglia del tardo Medioevo, in G. Vitolo,
Città, spazi pubblici e servizi sociali cit., pp. 175-209, 179-181, in particolare p. 184.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)