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598 Francesco Campennì
contadine dell’età preindustriale . Inoltre, e su tutto, si avvertiva l’esi-
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genza di tracciare modelli comparati più ampi, che indagassero una
stratificazione mediterranea ed europea, esigenza avvertita tanto nel
campo dell’etno-antropologia che della storiografia culturale, tesa in
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quegli anni a un lavoro di storicizzazione del folklore .
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Lo scopo di queste pagine è evidenziare gli scambi teorici e tematici
tra studiosi delle scienze sociali di quegli anni e sottolinearne, al di là
della “rivoluzione culturale” da loro promossa – ma direi anche grazie
allo sprone morale di essa –, il grande dispiegamento di dati raccolti
dalla “ricerca sul campo” per vaste aree regionali, l’attenzione compara-
tivista e interdisciplinare, e alcune intuizioni anticipatrici, in seguito –
più o meno consapevolmente – riscoperte (ad esempio sul rapporto tra
categoria del “popolare” e “cultura di massa”). In campo storiografico
un’esigenza di maggior “concretezza” portava a diffidare delle categorie
della «mentalità», ridimensionando al tempo stesso l’esigenza compara-
tivista su larga scala (cui tendeva, almeno concettualmente, la storio-
grafia italiana degli anni Settanta, come quella francese) . Atteggia-
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mento, questo, che se ha portato a un affinamento filologico della ri-
cerca, divenuta più sistematica per tipologie di fonti, e a un’enuclea-
zione di nuove questioni storiografiche, d’altro canto, per la prevalente
dimensione riconosciuta al “politico” e per l’ancoraggio a contesti storici
dal tempo breve, ha indotto a sacrificare la dimensione morfologica dei
fenomeni culturali e le comparazioni spazio-temporali ampie, come se i
due motivi di attenzione (storico-politico e storico-simbolico) non potes-
sero viaggiare insieme e fornire più articolate risposte alla ricerca .
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8 Il riferimento era a F. Engels, La guerra dei contadini in Germania, Roma,
Edizioni Rinascita, 1949; e a Id., Sulle origini del cristianesimo, Prefazione di A.
Donini, Roma, Editori Riuniti, 1975. Ripeteva la lezione di Engels per definire la
complessità di rapporti tra struttura e sovrastruttura, L.M. Lombardi Satriani,
Analisi marxista e folklore come cultura di contestazione, in «Critica marxista», VI,
1968, n. 6, pp. 64-88, poi in D. Carpitella, Folklore e analisi differenziale di cultura.
Materiali per lo studio delle tradizioni popolari, Roma, Bulzoni, 1976, pp. 351-388.
Sui significati civili del fenomeno religioso popolare, A.M. Cirese, Riforma religiosa
e scontro di classi, in «Il Giorno», 7 luglio 1974.
9 Apre la ricerca sul campo al confronto tra più ambiti regionali (dall’Abruzzo a
Molise, Lucania, Puglia), A.M. di Nola, L’arco di rovo. Impotenza e aggressività in
due rituali del Sud, Torino, Boringhieri, 1983.
10 A questa tendenza nella storiografia si può ricondurre, per l’area italiana, il
pionieristico volume di G. Galasso, L’altra Europa. Per un’antropologia storica del
Mezzogiorno d’Italia, Milano, Mondadori, 1982.
11 Ripropone alla storiografia italiana i percorsi e le acquisizioni della metodo-
logia comparativista, M. Petrusewicz, Il ritorno della Storia Comparata, in «Miscel-
lanea di studi storici», XII, 2002-2003, pp. 79-90.
12 Questa esigenza comparativa prosegue invece negli studi etno-antropologici,
nella direzione di confrontare risultati ampiamente documentati per il Sud (su
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)