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Ethos e contesto. Le culture popolari fra rito e storia: l’eredità... 599
L’abbandono in area italiana di temi connessi alla storia della cultura
popolare e al contrario la loro fortunata continuazione nel contesto
delle contemporanee scienze sociali in Francia, Inghilterra, Germania,
Stati Uniti (ma mi riferisco anche, per altre aree, come l’India, ai post-
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colonial studies) , denota per certi aspetti una peculiarità della storio-
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grafia italiana: essa alla tematica del popolo è andata dedicando una
rinnovata attenzione pressoché soltanto nel solco di una storia poli-
tica, come testimonia il più recente filone di studi sul periodo rivolu-
zionario, sul problema della scoperta del popolo come soggetto politico,
sulle insorgenze e i brigantaggi, che complicano positivamente il qua-
dro delle domande e obbligano di nuovo a una prospettiva di compa-
razione, quantomeno su scala europea.
Il contributo di queste pagine vuole altresì mostrare come dal re-
cupero di temi e domande abbandonate la ricerca italiana stia rigua-
dagnando in prospettiva, per alcuni particolari ambiti, sul terreno di
una già auspicata «nuova storia politica, tra antropologia e storia» .
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Mi soffermerò, senza pretese esaustive, su alcune tematiche più di-
battute negli ultimi decenni in argomento di “culture popolari”, le
quali meglio si sono prestate a mostrare l’inscindibile intreccio di ra-
gioni morfologiche e storiche: rapporti tra “alto” e “basso” dei feno-
meni culturali; religione istituzionale e pietà popolare; dimensione
festiva e magico-religiosa; cultura della morte; ritualità della vio-
lenza/vendetta/rivolta. La prospettiva di una storia che all’intreccio
delle ragioni politiche unisca il protagonismo della tradizione col suo
peso formalizzante, è quella che suggerisco, attorno a temi di cultura
popolare analizzati in fasi tumultuarie della storia del Mezzogiorno,
nel mio recente volume Tele rosse, glebe nere , cui si fa riferimento
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nel titolo e rispetto al quale queste pagine costituiscono una sorta di
teorico post-scriptum.
magia e religiosità popolare) in una più vasta cornice italiana: L.M. Lombardi Sa-
triani, a cura di, Santi, streghe e diavoli. Il patrimonio delle tradizioni popolari nella
società meridionale e in Sardegna, Firenze, Sansoni, 1971; A. Rivera, Il mago, il
santo, la morte, la festa. Forme religiose nella cultura popolare, Prefazione di V. Lan-
ternari, Bari, Dedalo, 1988.
13 Cfr. O. Niccoli, Cultura popolare: un relitto abbandonato?, in «Studi Storici»,
56, 2015, n. 4, pp. 997-1010.
14 Cfr. D. Chakrabarty, Provincializing Europe: Postcolonial Thought and Histo-
rical Difference, Princeton, Princeton University Press, 2000.
15 Così auspicava, all’inizio del nuovo millennio, M.A. Visceglia, La città rituale.
Roma e le sue cerimonie in età moderna, Roma, Viella, 2002, p. 44.
16 F. Campennì, Tele rosse, glebe nere. Sguardi e linguaggi del ribellismo popo-
lare nel Sud (secoli XVII-XIX), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2022.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)